Scorie - La fattoria pentastellata
Iniziarono inveendo contro la casta. Poi decisero di presentarsi alle elezioni. Per essere diversi dalla casta ed evitare che gli eletti si attaccassero alle poltrone facendosi corrompere dal potere, inserirono una norma interna per imporre un limite di due mandati elettivi, convinti (così dicevano) che per rappresentare i cittadini in Parlamento "uno vale uno".
Il tempo, però, è passato, i primi estratti a sorte (tali furono le "selezioni" online organizzate da Casaleggio senior e Grillo, con alcuni futuri parlamentari a cui bastò una manciata di "like" per entrare in lista) sono al doppio mandato e tra di loro c'è chi governa dal 2018.
Adesso hanno anche rotto con Casaleggio junior, hanno consegnato la leadership a Giuseppe Conte e ipotizzano di rendere strategica l'alleanza con il partito che più hanno coperto di ingiurie nel corso della loro (seppur breve) storia, ossia il PD.
Soprattutto, dal motto "uno vale uno", la fine del secondo mandato ha fatto virare prima verso un grottesco "mandato zero", poi verso un "serve onestà, ma anche capacità e competenza", che è sostanzialmente il contrario del motto iniziale.
In sostanza, hanno compiuto tutti i passaggi della Fattoria degli Animali, testo del 1945 di George Orwell. Alla fine, nella Fattoria sono i maiali a farla da padroni, perché "tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali di altri".
Da fustigatori del PD a loro ruota di scorta. Da fautori della democrazia diretta a partito, con tanto di correnti. In nome di capacità e competenza, ovviamente.
Come no…
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