Scorie - Le magie del debito buono

In Italia ci sono cose che non cambiano, chiunque governi. Sono delle costanti. Una è rappresentata dalla convinzione, corrispondente alla versione mediterranea del keynesismo, che la spesa pubblica in deficit sia motore di crescita economica.

Un'altra, strettamente connessa alla prima, è rappresentata dalla convinzione che la via per ridurre il debito in rapporto al Pil passi attraverso la crescita del denominatore.

Anche il governo Draghi non fa eccezione. Posto che adesso si invoca il "debito buono", contenitore all'interno del quale temo finirà per essere classificata anche la più deteriore delle spese finanziate aumentando il debito, per bocca dello stesso presidente del Consiglio la riduzione del rapporto tra debito e Pil, che quest'anno arriverà al 160% (sperando che non finisca per essere peggio), poggia su una "scommessa sulla crescita".

E così il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che dovrà essere presentato entro il 30 aprile, giunto alla sua terza bozza, è di volta in volta adeguato al peggioramento del debito prospettico.

Dato che le restrizioni alle attività produttive e agli spostamenti si protrae, a forza di fare scostamenti di bilancio al ritmo di 30-40 miliardi ognuno, la crescita aggiuntiva necessaria per dare una prospettiva discendente al rapporto tra debito e Pil inevitabilmente aumenta.

Ma a tutto c'è rimedio, sulla carta. Dalla prima stesura del Pnrr a opera del governo Conte 2, risalente a dicembre 2020, si è passati a una seconda bozza a gennaio, nella quale la stima sulla crescita aggiuntiva nel periodo 2021-2026 era aumentata. 

Le cose sono tuttavia peggiorate ulteriormente, quindi, come per incanto, nella terza bozza, che dovrebbe essere quella definitiva, il nuovo governo prevede ancora più crescita aggiuntiva. In quattro mesi si è passati da una stima di 2,3 punti a 3,6 punti di Pil nel quinquennio.

Il tutto stimando tassi di interesse bassi a lungo termine e una moltiplicazione dei pani e dei pesci superiore a quelle delle bozze precedenti.

Perché, ovviamente, il debito buono non solo si ripaga da sé, ma molto di più…

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