Scorie - Tutti a scuola (forse)

Come è noto, l'Italia è stata la prima a chiudere le scuole a livello europeo e sarà l'ultima a riaprirle. Uno si aspetterebbe che, con tutto il tempo a disposizione per programmare la riapertura, a poche settimane dalla stessa fosse tutto sostanzialmente pronto.

Ovviamente non è così. Tra presidi preoccupati di scansare ogni responsabilità civile e penale, banchi che probabilmente non arriveranno in tempo (anche perché ordinati tardi), discussioni infinite sull'obbligatorietà della mascherina per alunni e docenti, la cosa più allucinante mi è parsa quella che riporto da un articolo del Sole 24 Ore:

"Il tema è delicato. E non a caso le prime indicazioni sanitarie su comportarsi in caso di contagi nelle scuole, che dovevano arrivare ieri, sono slittate, probabilmente, a oggi. Il punto di mediazione, politica, è che la scuola si chiude solo in caso di contagi estesi; altrimenti vanno in quarantena studenti e professori della classe. Ma qui sorge una complicazione giuridica, che sta ritardando l'emanazione del documento. In quarantena, essendo equiparata a malattia, il docente è tenuto alla didattica a distanza? Gli insegnanti e i sindacati frenano; si è perciò in attesa di un chiarimento normativo. Se il docente in quarantena fosse impossibilitato alla prestazione lavorativa, gioco forza dovrà essere nominato un supplente (anche per questa evenienza l'esecutivo ha stanziato fondi aggiuntivi per assumere personale a tempo)."

Ora, una persona è posta in quarantena perché può essere stata contagiata, ma non è affatto certo che sia malata. Anzi, spesso non lo è. Quindi, fino a prova del contrario, è una persona sana, solo costretta a restare a casa per motivi precauzionali (non sto a entrare nel merito di questa imposizione).

Puntare i piedi perché formalmente la persona risulta in malattia per evitare di fare la didattica a distanza è un insulto all'intelligenza di chi manda i figli a scuola e, in generale, di chi, con le tasse che paga, contribuisce a pagare gli stipendi delle persone in quarantena.

In ogni caso, pare che stiano arrivando in numero non irrisorio certificati medici da parte di insegnanti che, evidentemente, pensano di risolvere la questione seguendo una consolidata tradizione italiana, soprattutto (ma non solo) nel pubblico impiego.

Per il governo la soluzione parrebbe essere assumere altri supplenti, per quanto allucinante. Ma siamo in Italia e alle cose allucinanti siamo abituati, ahimè.

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