Scorie - La (non) riduzione delle tasse

Da giorni Roberto Gualtieri, ministro dell'Economia, va ripetendo che nel terzo trimestre il Pil rimbalzerà fortemente. In attesa di verificare se l'ottimismo del ministro è giustificato o meno (peraltro non si è mai visto un ministro peccare di eccessivo pessimismo), avanti con l'ennesimo rilancio della riforma fiscale:

"La riforma fiscale ha due grandi pilastri. Primo, proseguire sulla strada del cuneo fiscale riducendo l'Irpef sul lavoro per aumentare salari e stipendi e ridurre il costo del lavoro. Secondo, sostenere l'assegno unico che è lo strumento più potente per aiutare la genitorialità e la famiglia."

Come finanziare la riduzione del cuneo e l'assegno unico?

Secondo Gualtieri, "con la riduzione delle tax expenditures e il contrasto all'evasione fiscale. C'è molto spazio."

Anche qui nulla di nuovo.

L'importante sarebbe chiamare le cose con il loro nome. Se la riduzione del cuneo è finanziata con la riduzione delle tax expenditures (ossia detrazioni fiscali e bonus assortiti), oltre che dall'immancabile contrasto all'evasione fiscale, significa che l'effetto sarà quello di redistribuire il carico fiscale, non di ridurlo.

Per parlare propriamente di riduzione delle tasse sarebbe necessario che ogni pagatore di tasse pagasse post riforma meno tasse di prima, a parità di imponibile.

Potrebbe sembrare un dettaglio, ma non lo è affatto.

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