Scorie - Lo Stato levatore (di risorse altrui)

Leonardo Becchetti, direttore del Festival Nazionale dell'Economia Civile e cofondatore di NeXt Nuova Economia per Tutti, sostiene che l'uomo "prima che essere massimizzatore di utilità è un cercatore di senso e – sotto sotto, nonostante ostacoli e resistenze delle strutture esistenti – ne cerca di più."

Se la massimizzazione di utilità è intesa in senso maistream, dando cioè un connotato oggettivo (e numerico) all'utilità stessa, la premessa di Becchetti può essere condivisa. In fin dei conti "cercare un senso" non è altro che massimizzare l'utilità soggettiva, o quel profitto psichico a cui faceva riferimento Murray Rothbard, espandendo i concetti già sviluppati da Ludwig von Mises.

Becchetti però aggiunge questo passaggio:

"Nell'economia lo Stato è levatore delle energie della società civile, enzima e catalizzatore piuttosto che assente o imprenditore in proprio. Investe nei beni pubblici fondamentali per la qualità del nostro vivere (sanità, istruzione) e nelle infrastrutture fisiche e digitali che ci rendono più vicini, in relazione e connessi."

Suppongo che Becchetti intenda per "levatore" il maschile di "levatrice". In realtà lo Stato è sì levatore, ma nel senso che leva risorse ai pagatori di tasse a beneficio dei consumatori di tasse (componenti dello Stato in primis).

La ricerca di una terza via tra lo Stato "assente" (che rappresenta l'ideale libertario) e lo Stato "imprenditore in proprio" (che rappresenta l'aspirazione di buona parte di coloro che chiedono voti agli elettori in Italia, a partire da quelli che stanno attualmente governando) può ovviamente situarsi tra il liberalismo classico dello Stato come guardiano notturno, fino al dirigismo in cui lo Stato non fa l'imprenditore, ma dirige le danze di imprenditori formalmente privati.

Purtroppo la logica, supportata dall'evidenza empirica, suggerisce che il "guardiano notturno" ha la tendenza a espandere il proprio raggio d'azione, e questo in virtù del monopolio legale autoassegnatosi in materia di uso della forza, che esercita in primo luogo praticando la tassazione.

Figuriamoci, poi, se si inizia a parlare di "beni pubblici fondamentali", il cui elenco tende a dilatarsi nel tempo perché, come suggerisce la saggezza popolare, l'appetito vien mangiando.

Credo, quindi, che l'unica economia civile sarebbe possibile in un contesto di Stato assente, proprio quello che, se i Becchetti di questo mondo dovessero scegliere in alternativa al loro ideale, butterebbero giù dalla torre in favore dello Stato imprenditore (e tuttofare).

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