Scorie - Serenità e certezze (di perdere altri soldi)
Sempre più al centro degli interessi della politica, ora la Banca Popolare di Bari finisce ufficialmente nel mirino della Regione Puglia, che si candida a diventarne azionista di minoranza.
Nonostante lo scetticismo (basato sule esperienze storiche) manifestato dal Governatore della Banca d'Italia nei giorni scorsi in merito agli interventi pubblici nelle gestioni bancarie, che nelle parole di Ignazio Visco sono stati non di rado caratterizzati da "gravi inefficienze nei processi di allocazione delle risorse", il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, pochi giorni prima di essere rieletto ha espresso la volontà di entrare nel capitale della Banca Popolare di Bari, già oggetto di salvataggio a carico del sistema bancario e controllata dallo Stato mediante MCC.
"La Regione chiede di entrare nel capitale della Banca Popolare di Bari con una propria quota rilevante per potere dare serenità e certezze agli imprenditori, pugliesi e italiani, che intendono lavorare con questa banca."
La proposta ha ricevuto calda accoglienza da parte del ministro dell'Economia e dai settori più statalisti della maggioranza, come era scontato.
Ora, generalmente la serenità e le certezze dovrebbero riguardare per lo più i depositanti, che peraltro possono rivolgersi ad altre banche. Ma suppongo che Emiliano si riferisse ai debitori della banca, quasi a voler garantire che otterranno credito.
Va da sé che le considerazioni politiche come elemento che integra (o sostituisce) le valutazioni sull'affidabilità di chi chiede un prestito hanno tutta l'aria per rappresentare il viatico per un ritorno alle "gravi inefficienze nei processi di allocazione delle risorse" a cui ha fatto riferimento Visco. Usando parole che possono essere definite eufemistiche.
I pagatori di tasse, pugliesi e non, dovrebbero accogliere con preoccupazione i propositi di Emiliano.
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