Scorie - Volare attingendo al deficit

Con la sua consueta puntualità, Gianni Dragoni aggiorna i lettori del Sole 24 Ore sugli sviluppi della vicenda Alitalia. Quando uno vuole una prova (l'ennesima) del perché, oltre a ledere il diritto di proprietà dei pagatori di tasse, il potere di spesa dei governanti sia nefasto, la storia infinita di Alitalia è un perfetto esempio da manuale. 

Dragoni riporta l'annuncio "a sorpresa" del ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, secondo il quale il capitale della nuova (quante volte è stata "nuova"?) Alitalia sarà "non inferiore ai 3 miliardi".

Secondo Patuanelli:

"Il capitale iniziale della Newco non potrà essere inferiore ai 3 miliardi, proprio perché vogliamo dotare la compagnia di un vero piano di rilancio sul mercato del trasporto aereo. I livelli occupazionali saranno tutelati al massimo, compatibilmente, oggi, con le attuali condizioni delle compagnie."

Al ché Dragoni ricorda che il governo ha già stanziato 500 milioni per la nazionalizzazione della compagnia aerea, somma ritenuta congrua da commissario di Alitalia, Giuseppe Leogrande. Quindi adesso ci sarebbero 2,5 miliardi in più da trovare.

Dragoni ricorda anche che, negli ultimi tre anni di commissariamento, Alitalia ha già ricevuto (e bruciato) 1,3 miliardi sotto forma di prestiti ponte, oltre a 145 milioni di interessi. Tutti soldi che i pagatori di tasse non rivedranno mai più, come peraltro previsto da chi non volesse credere alle favole governative.

Il problema, tra i tanti, è che manca ancora un piano industriale, per dare almeno una parvenza di formalità alle cose, ma Leogrande parla di ripartire con 92 aerei, mentre Patuanelli resta fermo ai 113 di fine 2019.

A questo punto Dragoni ha dato un'occhiata ai numeri delle principali compagnie europee a fine 2019 (quindi pre Covid), rilevando che "il gruppo Lufthansa ha un capitale totale («total equity», incluse le riserve, cioè il patrimonio netto) pari a 10,26 miliardi e ha 763 aerei (657 di proprietà), il gruppo Air France-Klm ha un patrimonio netto consolidato di 2,3 miliardi e ha 546 aerei operativi (224 di proprietà), Iag, la holding che controlla British Airways, Iberia, Aer Lingus e Vueling, ha un patrimonio netto consolidato di 6,83 miliardi e ha 598 aerei (197 di proprietà). Dunque se Alitalia dovesse decollare con un capitale di 3 miliardi avrebbe un patrimonio netto superiore a Air France-Klm (che ha un fatturato 2019 di 27,2 miliardi, nove volte Alitalia), pari alla metà di Iag e al 30% di Lufthansa. Il governo dovrebbe spiegare non solo dove trova i 3 miliardi ma anche a cosa servirebbero. Tenuto conto, tra l'altro, che sono soldi dei contribuenti."

Azzardo una spiegazione: considerando che Alitalia è sempre stata un'idrovora di soldi dei cosiddetti contribuenti, il rilancio – l'ennesimo – finirebbe per bruciare l'altro mezzo miliardo in meno di un anno. Quindi Patuanelli vuole metterne già tre, per allungare un po' i tempi.

Dove trovarli? Sempre dove sono stati trovati gli altri: si "attinge al deficit" (copyright del collega di Patuanelli Luigi di Maio).

L'unica cosa che davvero continuerà a volare alto.

 "Se io domenica mattina vado a votare - ha sottolineato il Cardinale- è perché sono convinto che esista un bene comune che riguarda te, riguarda tutti noi. Siamo un 'noi' di cui dobbiamo tenere conto. E mi fa paura, invece, questo atteggiamento individualistico, in fondo, di non scegliere. E, poi, quante nazioni ci sono nel mondo dove non si vota, dove c'è una testa che ha già pensato tutto... In fondo noi viviamo in una democrazia... E' un valore aggiunto anche la democrazia. In democrazia senti cose dritte, senti cose storte, senti cose che condividi e non condividi... Certamente tutti abbiamo il dovere di informarci, di farci una coscienza. Il voto è esprimere un giudizio".

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