Scorie - Economics 101

Come era prevedibile per chiunque conosca le basi dell'economia, l'imposizione di un prezzo di vendita non superiore a 50 centesimi più IVA ha generato una carenza di mascherine.

Il commissario Domenico Arcuri, però, se la prende con i farmacisti:

"Il prezzo massimo è stato fissato nell'esclusivo interesse dei cittadini. Anche perché chi oggi afferma di non avere mascherine e di aver bisogno delle forniture del Commissario, fino a qualche settimana fa le aveva e le faceva pagare ben di più."

Arcuri ha poi aggiunto:

"Non sono io a dover rifornire i farmacisti . Il commissario rifornisce regioni, sanità, servizi pubblici essenziali."

Si noti che ci sarebbero milioni di mascherine attualmente giacenti in depositi giudiziari perché sequestrate dalle forze dell'ordine in quanto non rispondenti ai requisiti di legge.

Tra Arcuri e farmacisti è quindi in corso un botta e risposta, con il commissario che dichiara:

"L'unica "colpa" del commissario è quella di non aver voluto "sanare" mascherine prive di autorizzazioni che i distributori avrebbero voluto mettere in commercio con la mia copertura."

Come è (o dovrebbe essere) noto, la principale preoccupazione per qualsiasi burocrate è porre se stesso al riparo da qualsivoglia addebito. Pazienza se ne deriva un disservizio: l'importante è che nessuno poi possa agire (anche giudizialmente) nei suoi confronti. La forma sempre e comunque al primo posto.

Resta il fatto che, per l'ennesima volta, si ha a che fare con una palese mancanza di buon senso, oltre che di conoscenza delle basi dell'economia. Imporre un prezzo massimo per un determinato bene non può far altro che generare una carenza di offerta, ed eventualmente lo sviluppo di un mercato parallelo.

Le basi dell'economia non si modificano per legge, men che meno per decreto.

 "Se io domenica mattina vado a votare - ha sottolineato il Cardinale- è perché sono convinto che esista un bene comune che riguarda te, riguarda tutti noi. Siamo un 'noi' di cui dobbiamo tenere conto. E mi fa paura, invece, questo atteggiamento individualistico, in fondo, di non scegliere. E, poi, quante nazioni ci sono nel mondo dove non si vota, dove c'è una testa che ha già pensato tutto... In fondo noi viviamo in una democrazia... E' un valore aggiunto anche la democrazia. In democrazia senti cose dritte, senti cose storte, senti cose che condividi e non condividi... Certamente tutti abbiamo il dovere di informarci, di farci una coscienza. Il voto è esprimere un giudizio".

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