Scorie - Strade diverse (non credo migliori)

Domenica scorsa il Sole 24 Ore ha ospitato un articolo a firma di Matteo Salvini ( probabilmente scritto da uno dei suoi consiglieri economici).

Scrive, tra le altre cose, Salvini:

"La PA è meno invasiva quando è più forte, cioè quando ha i mezzi per effettuare con incisività e efficienza i soli controlli necessari, invece di scaricare sull'utente una quantità di dichiarazioni e autocertificazioni. Non "meno Stato", ma un migliore Stato, libera le forze di mercato."

Non vi è nessun elemento oggettivo per ritenere la pubblica amministrazione sia meno invasiva quando è più forte. A me sembra solo una frase utile a blandire chi lavora nella PA.

Men che meno
serve uno Stato migliore per liberare le forze di mercato. E' soggettivo stabilire cosa si intenda per "migliore", mentre il "meno Stato" è un concetto misurabile in modo più oggettivo.

Ciò detto, dopo un elenco delle proposte fiscali che la Lega va ripetendo da anni e alcune questioni sulla riapertura post Covid anche improntate al buon senso, ecco la soluzione per far fronte alla necessità di risorse per finanziare la "ricostruzione".

"In Europa la Lega sostiene la richiesta dei più autorevoli economisti mondiali: la Bce intervenga con un nuovo "whatever it takes", prima che il tessuto economico e sociale dell'Unione si laceri ulteriormente e in modo irreparabile. Anche a Bruxelles il dogma dell'indipendenza della Banca centrale deve lasciare spazio al pragmatismo: condizioni eccezionali richiedono rimedi eccezionali, come il finanziamento monetario dei necessari interventi. Un nuovo patto fra Stato e cittadini non può comunque prescindere dal dovere di protezione, che è la legittimazione prima dello Stato moderno. Se l'Unione con le sue istituzioni rifiutasse di fare quanto indispensabile per la salvezza delle economie degli Stati membri, sarebbe stata lei a spingere questi Stati su strade diverse per assicurare la sicurezza economica, il benessere e la pace sociale dei propri cittadini."

Quindi, delle due l'una: o la BCE monetizza anche più di quanto già sta facendo, seppure indirettamente; oppure si torni alle monete nazionali (questo sarebbero le "strade diverse"), con la Banca d'Italia a stampare lire 25 ore al giorno, e un bel gemellaggio con le banche centrali di Argentina e Venezuela.

Alla faccia di sicurezza economica, benessere e pace sociale.

 "Se io domenica mattina vado a votare - ha sottolineato il Cardinale- è perché sono convinto che esista un bene comune che riguarda te, riguarda tutti noi. Siamo un 'noi' di cui dobbiamo tenere conto. E mi fa paura, invece, questo atteggiamento individualistico, in fondo, di non scegliere. E, poi, quante nazioni ci sono nel mondo dove non si vota, dove c'è una testa che ha già pensato tutto... In fondo noi viviamo in una democrazia... E' un valore aggiunto anche la democrazia. In democrazia senti cose dritte, senti cose storte, senti cose che condividi e non condividi... Certamente tutti abbiamo il dovere di informarci, di farci una coscienza. Il voto è esprimere un giudizio".

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