Scorie - Le preferenze temporali negative sono artificiali
In un articolo su Repubblica dal titolo "Quando paga il venditore", Alessandro Penati, dopo aver spiegato il perché i prezzi di petrolio e altre fonti energetiche siano andati in negativo di recente, scrive:
"I tassi negativi sono il prezzo negativo del tempo. L'eccesso di risparmio rispetto alla domanda causato dalla crisi, ha fatto sì che le banche siano disposte a pagare la Bce pur di immagazzinare la liquidità in eccesso senza rischi."
Qui Penati guarda alla forma e non alla sostanza. Non vi è nessun eccesso di risparmio reale, bensì eccesso di massa monetaria creata dal nulla dalle stesse banche centrali.
Nel mercato lasciato libero non si sarebbe osservato il fenomeno dei tassi di interesse negativi. E basterebbe chiedersi perché, se davvero ci fosse una tendenza di mercato verso tassi negativi, la politica monetaria sia stata ultraesopansiva a partire dal 2008 praticamente senza soluzione di continuità.
Quindi è vero che il crollo della domanda e la mancata riduzione dell'offerta ha generato, via saturazione degli impianti di stoccaggio, una discesa sotto zero del prezzo del petrolio WTI; è vero che le mucche vanno munte tutti i giorni e se cala la domanda di latte lo si deve regalare o buttare, di fatto sostenendo i costi di produzione.
Ma con in tassi di interesse l'eccesso di risparmio è fittizio ed è dovuto alla politica monetaria espansiva, non a una generalizzata preferenza temporale negativa.
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