Scorie - Valutazioni nel pallone


Come noto, nella serata di venerdì 12 dicembre Tether, società emittente di una delle principali stablecoin, ha presentato a Exor, holding facente capo alla famiglia Agnelli, un'offerta per rilevare l'intera partecipazione al capitale della Juventus. Tether è già azionista del club, controllando l'11,5% del capitale. Con questa transazione diventerebbe il primo azionista, considerando che Exor è proprietaria del 65,4%. L'offerta è stata presentata con un premio del 20% sul prezzo di chiusura di mercato dell'11 dicembre, valorizzando l'intera società circa 1,1 miliardi di euro.

Exor ha respinto l'offerta, non solo per ragioni economico-finanziarie. Ho letto diversi commenti, e ovviamente molto ne hanno scritto i quotidiani sportivi. Che in questi casi si avventurano in valutazioni finanziarie, non proprio il core business delle loro redazioni.

Sul Corriere dello sport, per esempio, Alessandro F. Giudice ha scritto un articolo dal titolo "Tether con la Juve ha fatto male i conti", arrivando a valutare il club "ben oltre 2,3 miliardi". 

Io non ho la presunzione di sapere quale sia il valore della Juventus e può anche darsi che la mossa di Tether risvegli interesse sul titolo, che parrebbe fortemente sottovalutato, stando ai prezzi di mercato. Ammettiamo pure che il prezzo di mercato sconti il fatto che si tratta di una società non contendibile, ma la sottovalutazione, prima dell'offerta di Tether, sarebbe pari a un rotondo 60%.

Può darsi che siano tutti dementi coloro che scambiano le azioni ai prezzi di mercato, ma non la riterrei l'ipotesi più probabile.

Giudice tira in ballo la storia, il palmares, il numero di tifosi e le sponsorizzazioni, per arrivare a giustificare una multiplo pari a 5-6 volte i ricavi. I quali sono attorno a 420 milioni. Quindi la parte centrale della forchetta sarebbe oltre 2,3 miliardi.

Quello che Giudice omette è che negli ultimi 5 anni il club ha accumulato perdite di bilancio per oltre 800 milioni, costringendo gli azionisti (Exor in primis, ovviamente) a ripetute ricapitalizzazioni, per circa 1 miliardo.

Perché è vero che ci sono i ricavi, ma esistono anche i costi e questi hanno cocciutamente superato i ricavi, e non per briciole, nell'ultimo quinquennio. Costi che dipendono da come il club è gestito. E la gestione è espressione dell'azionista di maggioranza, ossia Exor, ossia la famiglia Agnelli.

Per cui va bene considerare il blasone, il palmares e il numero di tifosi, ma alla fine i ricavi devono superare i costi, altrimenti si continuano a perdere soldi. E questo è un business maturo, non una "scommessa" come potrebbe essere, in questo periodo, tutto quello che ruota attorno all'AI.

Pare che chi scambia il titolo in Borsa (nonostante una parte degli azionisti di minoranza suppongo siano tifosi del club) qualche considerazione di questo tipo (ancora) la faccia. E anche chi vorrebbe acquisire il controllo, oltre ovviamente a voler pagare il meno possibile, è comprensibile che non voglia pagare il prezzo che potrebbe avere una società redditizia che da anni non fa altro che produrre perdite.

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