Scorie - Tajani a cavallo tra Erdogan e Trump


Rispondendo a domande in merito alle negoziazioni sui dazi in corso tra Ue e Stati Uniti, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha affermato che, come governo, sono "pronti a fare tutto quello che serve per sostenere le imprese ma vediamo prima quali saranno i risultati finali e stimiamo quali saranno i reali danni. A ogni modo, al di là di possibili aiuti mirati, dico che un ruolo chiave a sostegno dell'industria europea adesso lo può giocare la Bce."

E alla ovvia ulteriore domanda su cosa dovrebbe fare la BCE, ecco un Tajani in una versione edulcorata a cavallo tra Erdogan e Trump, provando di strizzare l'occhio ai ricorrenti lamenti del sindacato degli industriali italiani:

"C'è un problema che pesa molto sulle imprese, ed è il deprezzamento del dollaro nei confronti dell'euro. Credo che la Bce possa fare molto in questa fase per sostenere l'industria europea. Con l'inflazione ferma al 2 per cento, sono maturi i tempi per abbassare ancora di più i tassi, per arrivare da due a uno e mezzo o a uno, se non a zero. La Bce potrebbe anche procedere con una sorta di nuovo "Quantitative easing" acquistando titoli di Stato, come fece durante il Covid. E, sempre in chiave europea, si possono aiutare le imprese nell'accesso al credito portando in via temporanea, con una procedura accelerata, il limite dello strumento "Sme supporting factor" da esposizioni fino a 2,5 milioni di euro a 5 milioni di euro."

In sostanza, il tasso sulla deposit facility BCE dovrebbe diventare negativo di almeno 2 punti percentuali in termini reali. Ma non solo: dovrebbe anche riprendere il QE, come se fossimo ai tempi del Covid (forse Tajani non ricorda che quando tutti quanti vennero rinchiusi in casa ai tempi del Covid il QE era già praticato, seppure con meno "vigore", da oltre un quinquennio). E avanti anche con una revisione al limite dello Sme supporting factor, sempre per far arrivare ai debitori il denaro a tassi schiacciati verso lo zero.

Il tutto come se fossimo già in una profonda depressione (che peraltro non giustificherebbe quelle stesse politiche monetarie auspicate da Tajani, ma questo è un altro discorso), nonostante a ogni dato statistico sull'economia gli esponenti della maggioranza e del governo ne approfittino per ribadire che l'Italia va alla grande, e sicuramente meglio di Germania e Francia.

Come minimo ci vedo un problema di incoerenza. Volendo essere generoso.

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