Scorie - La guida (non) autonoma

Da anni martellano incessantemente sui prodigi dei dispositivi elettrici con ruote e tutte le automazioni di cui sono dotati. Mi riferisco agli ecotalebani, per esempio Liam Denning di Bloomberg, che però da qualche mese, come Fratoianni e signora, detesta Elon Musk e Tesla.

Il quale non ha iniziato a essere un cialtrone da quando ha appoggiato Trump, salvo poi bisticciare con Orange Man. Lo era anche prima. Da sempre spaccia come guida autonoma qualcosa che non lo è, se non parzialmente. E da sempre nei documenti scritti in piccolo Tesla scrive che i conducenti devono essere in grado di prendere il controllo del veicolo in qualsiasi momento. Il che significa che il veicolo stesso non è poi così autonomi nel guidare se stesso.

Fatto sta che di incidenti mortali verificatisi mentre la persona al volante faceva altro se ne sono verificati non pochi, e di recente una giuria di Miami ha condannato Tesla a risarcire con 243 milioni di dollari i familiari di una ragazza rimasta vittima nel 2019 di una Tesla model S che si stava guidando da sola.

Scrive ora Denning:

"Quando i conducenti passano dal controllo attivo a una supervisione più passiva dell'automazione parziale, ma con la necessità continua di intervenire rapidamente se necessario, la mente vaga e possono letteralmente annoiarsi (o annoiare gli altri) a morte. L'esagerazione delle capacità di autonomia del sistema aggrava ulteriormente la situazione."

Ma va? Non è una novità questa. Eppure da anni questo signore auspica un mondo in cui le persone guidino il meno possibile e al loro posto ci siano veicoli rigorosamente a batteria. 

Auspica un mondo in cui il piacere della guida è annientato da sensori di ogni tipo e dall'assenza di un motore endotermico, per non parlare di una trasmissione manuale. Salvo poi accorgersi che, a forza di togliere alla guida i suoi elementi essenziali, i guidatori perdono la capacità di controllare il veicolo.

Pensate che genio...

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