Scorie - Quei nostalgici dell'inclusione che esclude la maggioranza
Come è noto l'evento (non solo) sportivo più seguito negli Stati Uniti è il Super Bowl, sport lievemente mascolino.
Le spese per inserire spot televisivi ammontano a paccate di milioni di dollari e il contenuto di questi spot è sempre oggetto di dibattito. Negli anni di wokeismo imperante, la smania di mostrare la propria virtù inclusiva aveva finito per fare infuriare (con associato calo delle vendite) la base di clienti abituali di determinati prodotti, dalle motociclette Harley Davidson alla birra Bud, che per la sua versione light nel 2023 aveva proposto uno spot con protagonista una influencer transgender.
La scelta all'epoca era stata ovviamente difesa dai paladini del politivally correct, nonostante i riscontri negativi da parte dei consumatori. E adesso quelle stesse persone deprecano il ritorno al passato proprio di Anheuser-Busch InBev, la società che ha tra i suoi prodotti proprio la birra Bud Light.
Beth Kowitt su Bloomberg scrive:
"Anheuser-Busch InBev vuole che tu sappia che Bud Light è per gli uomini. E nel caso ci fossero dubbi sul tipo di uomini, l'azienda lo ha chiarito nel suo spot del Super Bowl di domenica. È per gli uomini che vivono in periferia, che adorano tosaerba e grill, che brandiscono soffiatori per foglie con simbolismo fallico, che parlano di pesca, colonscopie e associazioni di proprietari di case. E se il casting dello spot è un'indicazione, è per lo più per uomini bianchi. In altre parole, Anheuser-Busch vuole disperatamente che tu sappia che non è la stessa azienda del 2023, quando ha scatenato una tempesta di fuoco stringendo una partnership per Bud Light con l'influencer transgender dei social media Dylan Mulvaney. La collaborazione ha causato un clamore tra i conservatori, che hanno boicottato il marchio."
All'epoca la vicepresidente di Anheuser-Busch InBev che aveva commissionato lo spot "inclusivo", Alissa Heinerscheid, disse che "Bud Light era diventato una specie di marchio da confraternita, un po' fuori dal mondo, ed era importante avere un altro approccio."
In realtà fuori dal mondo era lei, come dimostrò la reazione non tanto dei conservatori, bensì dei consumatori. In sostanza Heinerscheid, che poi fu licenziata a seguito dei risultati disastrosi, ritenne di identificare il proprio orientamento politico con le preferenze dei consumatori di birra Bud Light. Grave errore.
Anche perché, in ultima analisi, le scelte che si pretendevano inclusive, finivano in realtà per escludere, senza neppure nascondere il disprezzo di fondo, la gran parte dei consumatori abituali di quel prodotto.
Cosa che risuona ancora oggi nelle parole di Kowitt, quando descrive, con una non modica quantità di puzza sotto al naso, gli uomini bianchi di periferia con interessi grossolani a cui a suo parere adesso Anheuser-Busch InBev tornerebbe a rivolgersi con il suo spot.
Giusto per essere inclusivi e apprezzare le diversità...
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