Scorie - Non ci sarebbe nessuna reale tutela della riservatezza con le CBDC
In uno dei tanti ordini esecutivi firmati da Donald Trump nei suoi primi giorni di (seconda) presidenza degli Stari Uniti, viene posto il divieto di "affermare, emettere o promuovere le CBDC all'interno della giurisdizione degli Stati Uniti o all'estero".
Quindi semaforo rosso per le valute digitali di banca centrale, a partire ovviamente dagli studi in corso presso la Federal Reserve relativamente al dollaro digitale.
Va ricordato che le versioni digitali delle monete fiat non sono altro che una nuova forma delle stesse, conservandone tutte le altre caratteristiche. A differenza del contante, però, mancherebbe la caratteristica dell'anonimato.
Commentando il fatto sul Sole 24 Ore, Isabella Bufacchi scrive, riferendosi alle CBDC:
"Le CBDC che entreranno in circolazione nei Paesi democratici avranno limiti molto conservativi per scongiurare l'eccessiva riduzione dei depositi bancari e non consentiranno alle banche centrali di poter monitorare e immagazzinare i pagamenti al dettaglio dei cittadini come invece fanno nel settore privato le Big Tech. Con la nascita dell'euro digitale non arriverà dunque un grande fratello pubblico nell'area dell'euro. L'impatto sulla privacy della CBDC, che in Europa è stato regolamentato rigidamente per proteggere i cittadini, non interessa a Trump. Il presidente Usa intende limitare la centralizzazione del potere e per far questo attacca il ruolo della banca centrale e consente la decentralizzazione assegnando maggiore potere (con meno controlli) ai privati."
Non entro nel merito del complessivo provvedimento di Trump, limitandomi alla questione della privacy. La versione dei fatti riportata da Bufacchi, che rispecchia quella delle banche centrali occidentali (a partire dalla BCE) che stanno progettando il lancio di CBDC, è quella in base alla quale la regolamentazione preserverà la privacy degli utilizzatori delle monete digitali di banca centrale.
Il problema è che, così come un provvedimento legislativo può vietare l'utilizzo di determinati dati, un successivo provvedimento può consentirlo. Quindi la reale protezione consiste nel non poter accedere ai dati da parte dell'autorità pubblica.
Al contrario, disporre dei dati e impegnarsi a non usarli è un vincolo di mera opportunità politica. La storia è (ahimè) piena di esempi nei quali, in nome di un autodefinito interesse pubblico, queste promesse sono state disattese.
Qualcuno realmente crede che questa volta sarebbe diverso?
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