Scorie - Idee demenziali portate in Europa

Pasquale Tridico, che non riuscì a diventare ministro nei governi a guida M5S e fu quindi messo alla presidenza dell'Inps, è noto per alcune idee geniali, per così dire, tipo quella che il reddito di cittadinanza si sarebbe finanziato mediante la possibilità di fare maggior deficit nel rispetto delle regole europee, dato che aumentando il numero di persone in cerca di lavoro sarebbe aumentato l'output gap italico.

Come andarono le cose con il reddito di cittadinanza, quanti (pochi) posti di lavoro ne uscirono, ormai è storia tristemente nota.

Alle ultime elezioni europee Tridico è approdato all'Europarlamento, dove è presidente della sottocommissione che si occupa di fisco, portando sullo scenario continentale idee balzane che prima erano riservate ai citadini residenti a sud delle Alpi.

Commentando il ritiro degli Stati Uniti deciso da Trump dall'accordo OCSE sulla Global minimum tax, Tridico afferma:

"Il modello neoliberista basato sulla competizione fiscale aggressiva ha fallito, non porta crescita e frena la competitività, perché favorisce pochi a danno dei tanti. È una questione di giustizia sociale oltre che di sostenibilità delle casse pubbliche. Il mancato gettito fiscale di imprese che si rifugiano nei paradisi fiscali, secondo recenti stime, ammonta a 480 miliardi di dollari l'anno. Inoltre, i vantaggi fiscali applicati ad esempio in Irlanda sono stati giudicati illegali dalla Corte di Giustizia. Da questa strada non si torna indietro."

Non è la bassa fiscalità a frenare la competitività e la crescita, quanto meno nei Paesi che la praticano. Se poi risultano meno competitivi i Paesi ad alta fiscalità, questo non mina la "giustizia sociale", ma dovrebbe indurre a contenere la spesa pubblica.

E invece Tridico rilancia un altro cavallo di battaglia dei socialisti di ogni dove: tassare di più i miliardari. Infatti, "alla luce delle crescenti disuguaglianze, sosteniamo la proposta avanzata dall'economista Gabriel Zucman e fatta propria dal Brasile al G20 di un meccanismo fiscale correttivo sui patrimoni dei miliardari. Non si tratta di una patrimoniale, ma di un aggiustamento fiscale su 3mila super-ricchi in tutto il mondo, i cui proventi serviranno a sostenere il ceto medio e la produzione industriale che è in caduta libera. Servono investimenti e potremmo trovare le risorse da qui."

Come no: la si può chiamare come si vuole, ma non è che se si colpiscono solo 3mila persone sia legittimo prelevare quanto necessario a finanziare la spesa che di volta in volta si ritiene politicamente indispensabile.

Oltre che ripugnante a livello etico, un provvedimento del genere finirebbe per non avere successo anche perché disincentiverebbe la stessa produzione di ricchezza, avendo per di più poche probabilità pratiche di portare anche solo inizialmente gettito, dato che servirebbe un'adesione globale che (fortunatamente) non c'è.

Se questo è il livello della nostra politica da esportazione...

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