Scorie - Non sono percezioni, ma constatazioni
A capo di una delle principali reti di distribuzione di auto a livello europeo, Mattia Vanini, vicepresidente di Autotorino, esprime questo parere sullo scarso successo delle auto elettriche in Italia:
"Il mercato in Italia è rallentato da infrastrutture di ricarica insufficienti, percezione di costi elevati e incertezza sul valore residuo, determinata dalla scarsa chiarezza del medio periodo. La transizione non può avvenire con uno switch repentino. Oggi l'elettrico fa parte di un mix e per modificarne l'incidenza in modo sostenibile, per economia, società e ambiente, occorrono politiche di lungo termine."
La seconda parte, quella in cui invoca un allungamento dei tempi di transizione, mi pare una frase da vecchio democristiano e mi interessa relativamente.
Quanto alla prima parte, non vi è una "percezione di costi elevati", ma una constatazione. Non è la stessa cosa. Se si trattasse di una percezione potrebbe anche essere qualcosa di non oggettivo, ma è un dato di fatto che una utilitaria elettrica, pur con tutti i contrattempi degli elettrodomestici dotati di quattro ruote, difficilmente si porta a casa con meno di 30mila euro, mentre un modello endotermico costa circa la metà e, fino a pochi anni fa, poteva essere acquistato a poco più di 10mila euro.
I redditi medi non sono triplicati negli ultimi anni in Italia (e neppure altrove), quindi non c'è nessuna "percezione" di maggiori costi, ma una se,mplice constatazione, appunto.
Lo stesso dicasi per la supposta "incertezza sul valore residuo". Qui non c'è in realtà nulla di incerto, ma una fenomeno abbastanza consolidato di più veloce svalutazione dei modelli elettrici, per il semplice fatto che la maggior parte del valore di quei prodotti è rappresentato dalle batterie, che hanno una vita utile molto più corta dei motori endotermici.
Quindi che il valore residuo degli elettrodomestici a ruote diminuisca più velocemente è una certezza.
Ricapitolando: prezzi molto maggiori e svalutazioni più veloci. Senza considerare gli altri (non pochi) punti di debolezza dei modelli elettrici. Non credo ci sia da stupirsi se, nonostante le periodiche ondate di incentivi, la quota di mercato in Italia resti al 4%, ossia una nicchia di individui che o possono permettersi più di un'auto e volevano provare l'elettrico, oppure si illudono di poter salvare il pianeta viaggiando a batteria. E il problema è che molti di costoro vorrebbero imporre a tutti quanti questa illusione. Ma questo è un altro discorso.
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