Scorie - La certezza dell'incertezza

Da ormai quasi un decennio è stata introdotta in Italia la cosiddetta "cooperative compliance", ossia una modalità di interazione tra (grandi) aziende e Agenzia delle entrate per consentire alle prime di non avere brutte sorprese in fase di accertamento, e al fisco di conoscere in anticipo quanto gettito arriverà dai soggetti che cooperano.

Si tratta di una riduzione di incertezza da entrambe le parti, indubbiamnte ben visto da chi si occupa di fisco a livello professionale, ma che non può che risultare indigetibile per coloro che considerano l'imposizione fiscale una illegittima violazione della proprietà privata.

Secondo il neo direttore dell'Agenzia delle entrate, Vincenzo Carbone, lo strumento dovrebbe aiutare a portare investimenti in Italia:

"Andremo all'estero e presentare il lavoro che abbiamo svolto sinora e faremo capire ai nuovi potenziali investitori che l'Italia può essere attrattiva anche in termini di certezza del diritto."

In realtà credo che molto dipenda dalle dimensioni e dal potere contrattuale dell'interlocutore. Certe grandi aziende di fatto contrattano con i singoli governi, ma tutte le altre subiscono i cambiamenti della normativa fiscale che, non di rado, sono repentini e di portata retroattiva. 

Quindi, per quanto comprensibile da parte di chi ha il ruolo di Carbone, parlare di certezza del diritto mi sembra abbastanza esagerato se riferito all'Italia. L'unica certezza è in realtà l'incertezza.


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