Scorie - Come riconoscere il giusto valore? Non per legge

Secondo i dati forniti da Istat, l'agricoltura italiana è prima per valore aggiunto in Europa. Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, sostiene però che ora "dobbiamo anche distribuire in maniera diversa questo valore lungo la filiera. A cominciare dal settore cerealicolo, dove siamo indietro nel riconoscere il giusto valore all'agricoltore perché il grano è ancora considerata una commodity e il suo prezzo lo fa la Borsa di Chicago."

I contratti a termine sui prodotti agricoli sono stati i primi strumenti derivati a diffondersi, già nella seconda metà dell'Ottocento. E servivano per gestire l'incertezza connessa all'andamento dei raccolti, consentendo tanto ai compratori quanto ai produttori/venditori di fissare un prezzo a termine.

Si può discutere sulla crescente finanziarizzazione dei derivati sulle materie prime (non solo) agricole, ma la distribuzione del valore lungo la filiera non credo dipenda dalla Borsa di Chicago. Né avrebbe senso imporre ripartizioni per via legislativa.

Il mondo agricolo, soprattutto in Europa, è gravato da una legislazione penalizzante rispetto a quella di gran parte del resto del mondo (sempre grazie agli ecotalebani) ed è su questo che dovrebbe concentrarsi l'azione delle associazioni di categoria. Non sulla ricerca di protezioni o sussidi.

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