Scorie - A proposito di cherry picking e prezzo della benzina
Nelle mie (consuete) letture di articoli scritti da ecotalebani (intendendo per tali coloro che sono favorevoli a una transizione energetica accelerata senza se e senza ma, costi quel che costi), lo schema classico segue uno di questi due sviluppi: 1) citare un nuovo report di una organizzazione ambientalista, senza mettere minimamente in dubbio l'obiettività dello studio, che invariabilmente prospetta catastrofi imminenti e sprona i governi a spendere migliaia di miliardi ogni anno e per decenni. L'autore dell'articolo generalmente suggerisce cosa obbligare, cosa proibire e chi tassare per finanziare almeno in parte tali spese; 2) accusare di negazionismo chiunque sollevi qualche dubbio sulla transizione energetica accelerata, additandolo come cavernicolo e, se utilizza dei dati a supporto delle proprie perplessità, sostenendo che si tratta di cherry picking.
Ora, tanto per essere chiari: il cherry picking è una pratica ampiamente diffusa, e lo è a maggior ragione quando una materia è controversa. Il fatto, però, che ogni manifestazione di perplessità conduca direttamente a una sorta di scomunica, non è un segnale incoraggiante. Ma tant'è.
Liam Denning, su Bloomberg Opinion, critica il candidato repubblicano alla vice presidenza USA, JD Vance, perché ha sostenuto che "Kamala Harris si preoccupa più del cambiamento climatico che dell'inflazione", aggiungendo che gli americani non possono permettersi la transizione energetica.
Ovviamente in campagna elettorale, ancor più che in altri momenti, ogni politico le spara molto grosse. E Vance non fa eccezione. Ma quando afferma che durante l'amministrazione Biden i prezzi di elettricità e benzina sono aumentati del 30 e 42% non dà i numeri.
E in effetti Denning non lo può negare. Salvo tacciarlo di disonestà e cherry picking. Il tutto perché i prezzi alla pompa "calarono alla fine del mandato di Trump per via dell'ondata iniziale di Covid-19". E sostenendo che il maggiore incremento c'è stato nel 2022 a seguito dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia.
I dati sui prezzi medi della benzina alla pompa sono liberamente consultabili (e scaricabili) nel database FRED della Fed di St. Louis, quindi è semplice verificare le affermazioni di Denning, pur sottolineando che non è che tutto quello che succede quando un presidente è in carica (tanto nel bene quanto nel male) sia attribuibile alle sue azioni. Ma stiamo a questo gioco.
Il prezzo della benzina a gennaio 2017 (quando Trump entrò in carica) era 2,35 dollari al gallone. Aumentò fino a un massimo di 2,91 dollari a giugno 2018, per poi iniziare a scendere, salvo poi tornare a 2,90 a maggio 2019. Da lì in poi riprese la discesa fino a circa 2,5 dollari a febbraio 2020, quando iniziò la pandemia. A gennaio 2021, quando ci fu il (travagliato) passaggio di testimone con Biden, un gallone di benzina costava 2,33 dollari alla pompa.
Quindi prima del Covid l'incremento di prezzo era arrivato al 23%, per poi scendere al 5% circa.
La Russia inizò l'invasione dell'Ucraina a febbraio 2022. Fatto sta che a gennaio 2022 il prezzo medio al gallone era 3,41 dollari, ossia il 47% in più rispetto a gennaio 2021. A giugno 2022 arrivò a superare i 5 dollari, per poi scendere, ma attestandosi a luglio 2024 a una media di 3,62 dollari. Al 21 agosto è attorno a 3,5 dollari, che corrisponde sempre a un aumento del 50% rispetto a gennaio 2021.
Questi sono i numeri, che ognuno può consultare sul FRED e valutare autonomamente. Per inciso, il prezzo odierno corrisponde a circa 70 centesimi di euro al litro, mentre in Italia il prezzo alla pompa si aggira sugli 1,80 euro, circa il 60% dei quali sono tasse varie. Da questo punto di vista, da qui l'America sembra ancora un paradiso.
Denning sostiene anche che il passaggio dal motore termico a quello elettrico porti a grandi guadagni di efficienza energetica. Su questo cito Vince Ebert, di cui di recente ho letto il libro "Non è ancora la fine del mondo":
"Ancora oggi il mondo si basa in gran parte sul petrolio. E non per l'influenza diabolica si Exxon e BP, ma per una basilare questione di fisica. Il petrolio contiene grandi quantità di energia utilizzabile. Anche le batterie più potenti forniscono solo l'1% dell'energia fornita dalla stessa quantità di benzina."
Non ho le competenze tecniche per accertarlo, ma la mole e il peso delle batterie utilizzate nelle auto elettriche, pur con una autonomia ben inferiore a quella degli analoghi modelli a benzina o gasolio, sono un dato di fatto, a oggi. Per di più, se le disquisizioni di Denning sul prezzo della benzina sono un buon indicatore, tendo a credere che quella di Ebert non sia una supercazzola.
Commenti
Posta un commento