Scorie - Lupi, orsi e demenze verdi

In alcuni Paesi europei, in particolare in aree di montagna, l'incremento del numero di lupi e orsi ha generato negli ultimi anni proteste da parte delle popolazioni locali. In alcuni casi l'incontro con un orso è stato fatale per le persone.

L'approccio degli ambientalisti talebani, come in altri casi, consiste sostanzialmente nel ritenere che la colpa sia dell'uomo, che dovrebbe adattarsi invece di lamentarsi.

A seguire anatemi contro i politici per lo più di destra che ritengono che alcuni capi vadano abbattuti in quanto pericolosi.

Personalmente ritengo preferibile evitare, dove possibile, l'abbattimento, ma trovo urticante che persone che non hanno a che fare con questi animali pretendano di dare lezioni a chi vive nei territori interessati. A maggior ragione quando usa argomenti assurdi.

Lo fa, per esempio, Lara Williams su Bloomberg Opinion. Una di quelle giornaliste green che a cui non interessani i costi, non solo economici, dell'approccio ecotalebano.

Nel caso dei lupi, Williams nota che in Europa ogni anno vengono sbranate 30-40mila pecore, notando che "ci sono circa 59 milioni di pecore i Europa, il che significa che le perdite per aggressioni da parte dei lupi interessano lo 0,07% del totale".

Il tutto nonostante lei stessa specifichi nello stesso articolo che i predatori vivono in aree ristrette. Allora che senso ha mettere in relazione il numero di capi sbranati con il totale generale e non con quello delle zone in cui c'è la presenza dei lupi?

Non paga, Williams aggiunge che "gli allevatori in Europa possono ottenere compensazioni per i capi predati". Dimenticando che non si tratta di un pasto gratis e che è abbastanza assurdo pensare che ciò renda del tutto indifferenti i diretti interessati di fronte a un gregge decimato dai lupi.

Siamo perfino a quacosa di peggio della fallacia della finestra rotta. D'altra parte, non c'è da stupirsi: quella green è la peggiore forma di socialismo.

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