Scorie - (Non) è una questione personale

Dopo le elezioni Europee di giugno, Matteo Renzi ha preso a (ri)lanciare l'ipotesi di dare vita a una vasta coalizione che raggruppi sostanzialmente tutti i partiti che non sostengono l'attuale governo.

A suo parere è l'unica ipotesi in grado di consegnare la vittoria elettorale alle attuali forze di opposizione. L'idea è ovviamente non originale e già in passato è stata sperimentata. Aritmeticamente può anche funzionare, salvo portare all'implosione dopo un periodo di tempo più o meno corto, viste le divergenze di fondo tra le parti del cartello elettorale.

Finora la proposta renziana ha incontrato resistenza da parte dei partiti alla sinistra del PD, a partire dal M5S. In effetti Giuseppe Conte ricorda ancora di essere stato defenestrato da palazzo Chigi proprio su iniziativa di Renzi. E tutto sommato la sua (finora) resistenza all'idea renziana è anche coerente con le diatribe che si trascinano da tempo con l'ex segretario del PD.

"Non è una questione personale. Non mi posso fidare di chi da tempo più che politica fa affari in giro per il mondo."

Non che gli "affari" di cui si occupa Renzi non abbiano nulla a che fare con la politica. Anzi. Ma il punto di vista di Conte è che fare affari sia una cosa "sporca" per definizione. Un pregiudizio ahimè molto diffuso in Italia, parte integrante di quella cultura collettivista che caratterizza buona parte di chi chiede il voto alle elezioni e di chi predica dai pulpiti delle chiese.

P.S.: il fatto stesso che Conte esordisca sostenendo che "non è una questione personale" è la più classica delle conferme che lo è.

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