Scorie - 38mila miliardi, chi la spara più alta?

Non passa giorno, ormai, senza che sia pubblicato un nuovo studio catastrofista sull'impatto del cambiamento climatico. Da ultimo uno studio prodotto dal Potsdam Institute for Climate Impact Research, stima che entro il 2049 il mondo avrà un Pil inferiore del 19% rispetto a uno scenario in cui si fermasse il cambiamento climatico.

Sarebbero circa 38mila miliardi di dollari all'anno, contro i circa 6mila miliardi di investimenti necessari per contenere l'aumento della temperatura entro 1.5 gradi rispetto all'era pre industriale.

Interessante notare che questi studi sono presentati come indipendenti e neutrali, al contrario di quelli che ritengono irrealizzabili le tappe della transizione verde ipotizzate da chi vorrebbe che il mondo smettesse, più o meno dall'oggi al domani, di utilizzare combistibili fossili.

Più leggo questi documenti, o le loro sintesi, e le dichiarazioni di chi realizza tali studi, più mi sembra che la scienza sia abbondantemente affiancata da dosi non trascurabili di dogmatismo. Il che tende inevitabilmente a creare perplessità e dubbi ni coloro che, a loro volta, non sono adepti dello stesso dogma.

Posto che fare previsioni su ciò che accadrà domani è già arduo, fare proiezioni per diversi decenni è alquanto velleitario. Inevitabilmente l'incertezza legata alla stima dei 38mila miliardi di prodotto interno lordo globale in meno è significativa. A fronte di essa, si ritiene indispensabile spendere 6mila miliardi di dollari all'anno a tempo indeterminato. 

Non spiccioli, per di più in un contesto in cui gli Stati sono già pesantemente indebitati, ipotecando - mi permetto di dire con un minor grado di incertezza - il futuro dei pagatori di tasse.

In generale, credo sia controproducente, per la stessa causa ambientalista, continuare a rilanciare con scenari catatrofici (catastrofisti?) e sparare cifre da decine di migliaia di miliardi con una sicumera che nessun serio scienziato, credo, dovrebbe avere.

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