Scorie - Unfit for 55
In questi giorni si sta purtroppo concretizzando in modo tragico quello che coloro che non aderivano al gretathunbergismo imperante negli ultimi anni mettevano in evidenza da tempo, ossia che la transizione verso l'utilizzo di sole fonti di energia rinnovabili e "pulite" era stata impostata senza realismo e con quel dirigismo che solitamente ha conseguenze nefaste.
Uno dei talebani della religione verde a livello europeo è indubbiamente Frans Timmermans, socialista, commissario europeo per il clima. Il quale, da tempo, rispondeva con alzate di spalle a chi sollevava perplessità circa la velocità con cui si pretendeva di pianificare l'abbandono dei combustibili fossili.
Una situazione nella quale le imprese del settore riducevano gli investimenti, per ovvia mancanza di prospettive a lungo termine dovute alla fatwa brussellese a cui si accodavano i sacerdoti dell'ESG, pronti a mettere nella lista dei cattivi su cui non investire le società petrolifere che non facessero professione di fede nel futuro verde, ancorché gli utili di tali società arrivino ancora pressoché totalmente da petrolio e gas.
Le condizioni (artificiali) per spinte al rialzo sui prezzi di petrolio e gas erano quindi già state poste dal Green Deal e da Fit for 55. L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia non ha fatto altro che esacerbare queste spinte.
Tuttavia, Timmermans ha dichiarato:
"Sarebbe un errore storico trarre la conclusione da questa sfida di sicurezza per dire che Green Deal e Fit for 55 può andare in secondo piano. Il Green Deal ha offerto alcune delle risposte fondamentali di cui avevamo bisogno per rispondere alla sfida di rendere la nostra economia più resiliente e sostenibile e per utilizzare le opportunità della rivoluzione digitale."
Quanto alla Russia:
"L'unico modo in cui possiamo non essere messi sotto pressione è quello di non essere più il suo cliente per le nostre risorse energetiche essenziali. L'unico modo è quello di accelerare la nostra transizione verso le
risorse di energia rinnovabile."
Non mi risulta che Timmermans abbia sollevato la questione della dipendenza europea dal gas russo nei mesi scorsi. Né che abbia tenuto in considerazione quanto diversi esperti del settore andavano sostenendo da tempo, ossia che l'orizzonte della transizione forzata era troppo breve. Oltre, ovviamente, al fatto che diverse fonti rinnovabili non hanno, purtroppo, una produzione costante, ma dipendono dal sole o dal vento.
Timmermans pensa di poter stabilire mediante direttiva europea anche i giorni di sole e di vento?
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