Scorie - Tocca davvero all'UE?

Al termine del Consiglio europeo tenutosi a Versailles, che nella speranza dei fautori della mutualizzazione del debito a livello comunitario doveva rappresentare la rampa di lancio di un nuovo programma di finanziamenti in stile NGEU e che invece si è risolto in un sostanziale nulla di fatto per via delle consuete divergenze di opinione tra Stati, Mario Draghi ha dichiarato:

"Occorrerà una convincente risposta di politica di bilancio che, ripeto, non può venire dai bilanci nazionali. Noi abbiamo speso 16 miliardi già ora per mitigare l'effetto dei rincari, ora tocca all'Ue."

Si parla, non so in base a quali calcoli, di costi fino a 2mila miliardi di euro. Indubbiamente l'effetto congiunto della mancanza di prodotti provenienti dall'Ucraina e di quelli provenienti dalla Russia per via delle sanzioni sarà enorme.

Va da sé, però, che chi non ha compiuto l'errore di rendersi dipendente dalla Russia per la produzione di energia sia restio a sobbarcarsi oneri anche per conto di chi questo errore lo ha compiuto.

Qualunque cosa si pensi in merito alla questione, a me pare evidente che quando a chiedere la solidarietà è chi sarebbe beneficiario netto (anche per evidenti minori costi associati al debito comune) della mutualizzazione, la proposta nasca con un handicap.

In ogni caso, le risorse reali non possono essere create dal nulla. Ne consegue che i pagatori di tasse europei presenti e futuri, chi più, chi meno, dovranno sopportare l'onere anche non limitato ai bilanci dei rispettivi Stati. 

Ovviamente anche l'ennesima monetizzazione indiretta da parte della BCE non cambierebbe la sostanza, ma solo la forma della tassazione in questione.

Quindi se si sente qualcuno dire che "tocca all'Ue", è bene non illudersi che il pasto sia gratis.

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