Scorie - Joe (purtroppo) ha un piano

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Joe Biden è convinto, dopo il primo anno di presidenza degli Stati Uniti, di aver ottenuto "risultati storici".

L'affermazione a me pare essere involontariamente comica, considerando come sono andate le cose. Incurante degli avvertimenti lanciati anche da economisti keynesiani e di inddiscusso orientamento democratico, come Larry Summers, Biden ha spinto l'espansione fiscale in modalità MMT, mentre la Federal Reserve continuava a immettere nel sistema base monetaria a un ritmo senza precedenti, portando il bilancio ad aumentare di 4mila miliardi di dollari in due anni (praticamente raddoppiandolo).

Gli avvertimenti riguardavano i crescenti pericoli che una quantità di deficit spending così elevata avrebbe finito per accelerare la corsa dei prezzi anche a livello di beni al consumo, oltre che delle attività finanziarie e reali.

E così la crescita del Pil del 2021, un rimbalzo dopo la caduta del 2020 sbandierato da Biden come "risultato storico" ma frutto di consistente doping fiscale e monetario, è in realtà una vittoria di Pirro, perché ha aumentato il già elevato debito federale, pari al 133% del Pil.

Cosa succederà ora, con i prezzi al consumo ufficialmente in crescita oltre il 7% annuo che erodono e non poco il potere d'acquisto dell'americano medio?

L'invasione russa dell'Ucraina non offre di certo prospettive incoraggianti sul fronte dei prezzi, ma Biden pare essere convinto di poter risolvere la questione per abbassare il caro vita con cui fanno i conti gli americani. Durante il suo primo discorso sullo stato dell'Unione ha annunciato alcune misure che mirerebbero ad abbassare il carovita ponendo limiti massimi a certi prezzi, pena una tassazione da esproprio totale sugli "extraprofitti" di chi vende a prezzi superiori, oltre a un "buy american" che non agevola gerto la riduzione dei prezzi. 

Si tratta, come sempre in questi casi, di soluzioni che aggravano i problemi, imponendo prezzi massimi o altri vincoli che distorcono ulteriormente il mercato.

Non credo ci sia di che essere ottimisti.

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