Scorie Moltiplicazioni e utili idioti
Nel consueto editoriale domenicale sul Sole 24 Ore, Sergio Fabbrini invoca "un salto di qualità" per la difesa europea.
Dopo aver dato degli "utili idioti" a coloro che non condividono l'idea di alimentare il conflitto inviando armi in Ucraina, Fabbrini riconosce che "i russi non coincidono con i putiniani. Occorre tenere in vita tutte le cooperazioni possibili di tipo economico e culturale con quel Paese, ma contenendo con determinazione la sua espansione militare e riducendo la nostra dipendenza energetica da esso."
Che fare, dunque? Secondo Fabbrini inviare armi e aumentare le spese militari nazionali non basta.
"L'incremento di spesa ha portato alla duplicazione dei progetti e alla moltiplicazione dei costi, con il risultato che abbiamo avuto più spesa nazionale ma meno difesa europea. Occorre invece centralizzare la parte strategica della spesa per la difesa, mettendola al servizio di un progetto europeo di difesa distinto da quelli nazionali (Domenico Moro, tra gli altri, l'ha definito il progetto del «28esimo esercito»). Se la pandemia ci ha obbligato ad avviare la costruzione di una capacità fiscale centrale, l'aggressività russa deve spingerci a costruire una capacità militare centrale, distinta ma non sostitutiva di quelle nazionali, governata da autorità democratiche sovranazionali."
A prescindere da ciò che uno pensa sulla questione, mi sembra ci sia contraddizione tra sostenere, da un lato, che l'incremento di spasa militare a livello nazionale abbia portato a duplicare i progetti e moltiplicare i costi; dall'altro, che andrebbe costruita una capacità militare centrale, "distinta ma non sostitutiva di quelle nazionali".
Che nessuno dei Paesi membri sia disposto a rinunciare al proprio esercito mi pare scontato, per il semplice motivo che nessuno Stato lo farebbe e che, con buona pace degli europeisti sognatori, non vi è piena fiducia reciproca tra i 27 Stati aderenti alla Ue. Non foss'altro per il fatto che nessuna persona detentrice di potere gradisce rinunciarvi.
Ma se le cose stanno così, l'esercito europeo non potrebbe che portare alla moltiplicazione dei costi a carico dei pagatori di tasse europei. Il tutto per il loro bene, ovviamente...
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