Scorie - Socialmacroprudenza

Tra le banche centrali nazionali che fanno parte dell'Eurosistema, la Bundesbank è sempre stata la meno espansiva. Spesso in disaccordo con le politiche ultraespansive poste in essere dalla BCE da oltre un decennio, si trova ora a far fronte con un mercato immobiliare domestico i cui prezzi sono saliti notevolmente (circa del 7% solo nel 2020).

Assieme a Bafin e ministero delle Finanze, ha quindi deciso di introdurre dei requisiti di capitale aggiuntivi alle banche domestiche per le esposizioni nei confronti del settore immobiliare, dove stima prezzi superiori del 20-30% rispetto ai fondamentali.

La BCE non è ignara di tutto ciò, ma sostiene che i "rischi dati dalla correzione dei prezzi e l'aumento delle vulnerabilità sono distribuiti in maniera non uniforme nell'area dell'euro". Con ciò invocando l'uso di misure macroprudenziali, come quella che stra per essere introdotta in Germania.

Il fatto è che la crescita dei prezzi delle attività immobiliari non è un evento imprevedibile se si adotta una politica monetaria che comprime fortemente tassi di interesse e premi per il rischio. Al contrario, è una delle manifestazioni più ricorrenti delle politiche monetarie inflattive.

La BCE ha sempre difeso queste misure con la necessità di riportare la crescita dei prezzi al consumo verso il 2% annuo. Negli ultimi mesi la crescita dei prezzi al consumo viaggia a un ritmo più che doppio di tale livello, ma la BCE continua a ripetere che si tratta di un fenomeno temporaneo. 

Tuttavia, la temporaneità avrebbe dovuto cessare nell aprima parte del 2022, mentre ora già si parla delle seconda metà dell'anno.

La realtà che si continua ipocritamente a negare è che i tassi schiacciati al ribasso servono a mantenere la solvibilità in primo luogo di diversi emittenti sovrani, nonché di molte imprese che non generano abbastanza cassa da far fronte a oneri finanziari maggiori.

Al tempo stesso, questa repressione finanziaria erode il valore reale del debito, a discapito dei creditori. 

Ai livelli raggiunti, sarebbe difficile "normalizzare" la politica monetaria senza provocare reazioni disordinate a partire dai mercati obbligazionari, con ripercussioni anche sugli altri asset finanziari e reali. Ma l'utilizzo delle politiche macroprudenziali non fa altro che stratificare interventi distorsivi del mercato, con la presunzione fatale (per dirla con Hayek) di essere onniscienti. Stratificazione che aumenta la distranza da un sistema di mercato in direzione di un sistema socialista.

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