Scorie - Avanti a tutto gas, ma senza illusioni

A fronte dei forte rincaro delle bollette elettriche, molti osservatori hanno invocato un aumento dell'estrazione di gas che giace nel sottosuolo terresttre e marino italiano.

Da ultimo, Mario Baldassarri scrive:

""Strutturalmente" per il medio e lungo termine, ma decidendo ora con urgenza, dobbiamo diventare meno dipendenti dall'estero e dai suoi mutevoli andamenti di mercato. C'è un solo modo: aumentare la produzione nazionale di gas e programmare un rapido rientro nel nucleare di fissione di quarta generazione in attesa della fusione."

Quel gas non è estratto per via di un ambientalismo sgangherato e fondamentalista, che ritengo abbia fatto danni enormi a prescindere dalla situazione attuale.

Questo ha comportato un aumento dei costi dovuti all'importazione di grandi quantità di gas, non fosse altro per il trasporto, oltre a minore lavoro in Italia. Nonché alla beffa di vedere estrazioni dal sottosuolo marino da parte dei dirimpettai dell'Adriatico.

Credo, tuttavia, che rischi di essere fuorviante l'idea che riducendo le esportazioni di gas si risolverebbe il problema del caro energia. I prezzi delle materie prime si formano su mercati internazionali, per cui i prezzi in Italia non potrebbero essere una frazione di quelli di mercato.

A meno che non si ritenga che, sulle estrazioni di gas in Italia, il governo avesse il potere di fissare il prezzo di vendita per decreto. Una mossa tipicamente posta in essere da regimi di Paesi che dispongono di grandi riserve di idrocarburi, in cui il settore oil&gas è nazionalizzato, e chi detiene il potere vuole ammansire la popolazione già spesso insoddisfatta (per usare un eufemismo) delle ripercussioni sulle condizioni economiche generali dell'azione governativa.

Allo stato attuale è pur vero che il Tesoro è il principale azionista di Eni, con un 30% detenuto in parte direttamente e in parte tramite CDP, ma l'altro 70% fa capo ad azionisti privati nazionali e internazionali. Voglio supporre e sperare che ci si renda conto di quanto sarebbe controproducente mettersi a fissare i prezzi per decreto o ad ipotizzare tasse ad hoc. Come hanno dovuto sperimentare, anche di recente, i governi europei (vedi Spagna e Francia) che hanno pensato alla via fiscale per calmierare gli effetti del caro energia.

Ben venga, quindi, l'aumento dell'estrazione di gas domestico, senza però illudersi che sarebbe una soluzione miracolosa.

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