Scorie - Anno nuovo, stessi problemi in Turchia
Ho commentato anche di recente le maldestre manipolaizoni monetarie effettuate dalla banca centrale della Turchia, che ha ripetutamente ridotto i tassi di interesse per conformarsi alla volontà del presidente Erdogan, convinto (o almeno così vuole far credere) che quello sia il modo migliore per frenare la svalutazione della lira e la corsa dei prezzi al consumo.
Il tutto contrariamente al buon senso e all'evidenza empirica. Infatti i prezzi continuano a crescere forsennatamente (ultimo dato ufficiale: 36%, e potrebbe essere sottostimato), e la lira a perdere valore nei confronti delle altre monete, nonostante pure queste siano emesse e gestite da banche centrali che adottano politiche monetarie decisamente espansive.
Da ultimo, Erdogan non ha trovato di meglio che prendersela con chi protesta per la perdita di potere d'acquisto:
"Presumibilmente andranno per le strade senza vergogna. In tal caso questa nazione gli impartirà una lezione, allo stesso modo in cui la impartì a chi scese nelle strade il 15 luglio del 2015."
Il riferimento è al tentativo di golpe che Erdogan riuscì a sventare nel 2015, con successive epurazioni nei confronti di tutti coloro sui quali gravava anche solo il sospetto di aver ordito contro il sultano.
Evidentemente Erdogan identifica se stesso e i suoi fedelissimi con la nazione. Il fatto è che, come è inevitabile, ogni manipolazione monetaria produce un effetto redistributivo. Nel caso della Turchia siamo ormai a livelli in cui il sistema monetario è divenuto altamente disfunzionale, quindi i danni per la maggioranza delle persone sono ingenti.
Ovviamente prendersela con chi protesta e minacciare azioni punitive è una mossa tipica di regimi autoritari, soprattutto quando gli effetti delle politiche adottate diventano disastrosi. Anche il 2022, purtroppo, non parte bene per i turchi. Se il buongiorno si vede dal mattino...
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