Scorie - Contabilità pandemica

Come è noto, chiunque non si sia totalmente allineato alla narrazione governativa-sanitaria negli ultimi due anni è stato trattato, nella migliore delle ipotesi, come un incapace di intendere e di volere. Qualcuno avrebbe probabilmente preferito riesumare la categoria dei "nemici del popolo", con conseguenti trattamenti a essi riservati dove tale formula fu coniata.

Il tutto a prescindere da quanto sostenuto da chi non si allineava alla narrazione governativa-sanitaria e ai motivi di non condivisione dei provvedimenti assunti, spesso mediante DPCM, durante lo stato di (prolungata) emergenza.

Una delle cose che ha suscitato perplessità fin dall'inizio anche nei più tiepidi oppositori della linea governativa è stato il conteggio dei decessi attribuiti al Covid-19. Bastava, infatti, che la persona deceduta fosse risultata positiva al tampone per classificarlo come morto di Covid, anche se affetta da gravi patologie pregresse. Lo stesso dicasi per il conteggio delle perosne ricoverate in ospedale.

Adesso è in corso un parapiglia, che pare sarà "risolto" mediante circolare ministeriale, soprattutto su quest'ultimo punto. Il tutto sulla spinta delle regioni, per evitare passaggi di colore e conseguenti restrizioni, considerando che più di 8 persone su 10 risultano ormai vaccinate o guarite.

Secondo una prima stima, questa misura di buon senso (lo era fin dall'inizio) ridurrebbe di circa un terzo i numeri dei ricoveri attribuibili al Covid, perché secondo la Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (FIASO), il 34% di positivi asintomatici si trova in ospedale per altri motivi. 

Il Comitaot Tecnico Scientifico e anche i medici ospedalieri sono contrari, come pure il ministero della Salute. Quindi non c'è da esser eottimisti. Anche nel migliore dei casi, sarebbe peraltro una magra consolazione, dopo due anni.

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