Scorie - Certamente pagherebbe, ma certamente non pagò
Intervistato dall'Avvenire, Romano Prodi sostiene che, con il Next Generation Eu, ci sarà "l'occasione per aggiustare almeno un po' le insopportabili disuguaglianze. Il Covid le ha ampliate, a chi governa toccherà il compito di mettere le cose a posto pensando che chi più ha più deve contribuire."
Al ché l'intervistatore gli chiede se si riferisca a una patrimoniale. E Prodi risponde:
"Purtroppo viviamo in un Paese in cui da qualche anno qualsiasi proposta che porti a una meno iniqua distribuzione dei redditi, si tratti di fisco o di patrimoniale, viene accusata di comunismo."
Posto che la risposta non dimostra che tale accusa sia del tutto priva di fondamento, a Prodi viene chiesto se lui pagherebbe tale imposta. Ed ecco la risposta:
"Io pagherei, certamente."
I meno giovani ricorderanno che nel 2006, quando Prodi era presidente del Consiglio, il governo reintrodusse l'imposta di donazione e successione. Prima dell'entrata in vigore, il professore aveva fatto una donazione esentasse ai figli per 870mila euro, evitando un balzello che all'epoca era quantificato in circa 23mila euro.
Prodi rivendicò di avere aiutati i figli "a mettere su casa" e di avere agito conformemente alla normativa vigente.
Chiunque avesse avuto la stessa (lodevole) intenzione dopo la reintroduzione del balzello avrebbe però pagato 23mila euro, a parità di somma donata. Non briciole.
Oggi Prodi pagherebbe, "certamente". Allora, altrettanto certamente, a pagare furono solo gli altri.
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