Scorie - Danno i numeri a danno degli altri

Quando c'è di mezzo la politica, in Italia anche i numeri diventano opinabili. Non di rado capita di sentire dichiarazioni a vanvera su dati economici da parte di esponenti politici, senza che il giornalista di turno (tranne rare eccezioni, e per lo più coincidenti con una situazione in cui il giornalista ha un'opinione politica contrastante con quella del suo interlocutore) contesti l'errore o quanto meno chieda di indicare la fonte.

Da ultimo è scoppiata la polemica tra la regione Lombardia e il governo a causa della errata classificazione in zona rossa della Lombardia stessa. Errore costato il blocco per una settimana alle già limitate attività commerciali, con i danneggiati che adesso, giustamente, chiedono di essere risarciti.

La regione dà la colpa al governo, mentre il governo afferma che la regione è quella che ha ottenuto il maggior numero di segnalazione di errore nell'invio dei dati a partire dallo scorso maggio. 

Tra gli altri, si è espresso il ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha affermato:

"La relazione dell'Istituto Superiore di Sanità è chiarissima. La Regione Lombardia, avendo trasmesso dati errati, ha successivamente rettificato i dati propedeutici al calcolo del Rt e questo ha consentito una nuova classificazione. Senza l'ammissione di questo errore non sarebbe stato possibile riportare la Regione in zona arancione. Questa è la semplice verità. Il resto sono polemiche senza senso che non fanno bene a nessuno. Soprattutto a chi le fa."

Se l'algoritmo che determina la colorazione delle singole regioni non fosse avvolto dal mistero, chiunque avesse a disposizione i dati che lo alimentano potrebbe verificare senza grandi difficoltà chi ha ragione.

Ma il governo e l'ISS si sono finora guardati bene dal rendere trasparente l'esatto funzionamento dell'algoritmo e le ponderazioni attribuite ai 21 indicatori che lo alimentano. E dire che si dovrebbe trattare di dati oggettivi e si dovrebbe al più discutere sulle ponderazioni e sulla costruzione dell'algoritmo, non sul risultato che restituisce sulla base del suo disegno attuale.

Questo resta peraltro solo un esempio di come la restrizione della libertà sia stata disposta in modo tutt'altro che trasparente e, probabilmente, additando come un disastro in termini di diffusione del virus delle aree in cui, semplicemente, si testano più persone.

Come si fa a pensare di fare spendere altri 200 miliardi a gente del genere?

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