Scorie - La (non) riforma fiscale

Come è noto, il governo avrebbe intenzione di riformare il sistema fiscale. Profondamente, nelle intenzioni. La questione è nelle mani di Maurizio Leo, viceministro dell'Economia che, per lo meno, conosce bene la materia.

Credo, però, che sia bene avere dei dubbi circa l'esito di questa riforma.

Per esempio, il superamento della differenziazione tra redditi di capitale e redditi diversi di natura finanziaria, una autentica stupiudaggine al giorno d'oggi (e secondo me anche 50 anni fa), sarebbe sacrosanta. Così come il superamento della tassazione sul maturato che riguarda il regime gestito e i fondo pensione, per esempio. O l'assurdità per cui negli OICR se si realizza un utile è considerato reddito di capitale, mentre una perdita è un reddito diverso, con la conseguenza che chi avesse un portafoglio costituito solo da OICR non avrebbe mai nessuna possibilità di recuperare le minusvalenze realizzate.

E questo per restare solo ai redditi di natura finanziaria. Perché non si è fatto nulla finora? Perché calerebbe il gettito. 

Vogliamo parlare dell'abolizione del superbollo auto, uno dei provvedimenti più da populismo sinistro del governo Monti? Non si farà, sempre per lo stresso motivo. Nonostante in Paesi civili a nord delle Alpi non vi sia neppure differenza in base alla potenza come già avviene anch eper il bollo ordinario.

Last, but not least, la riduzione dei crediti di imposta, o tax expenditures, come dicono quelli che volgiono far sapere che masticano l'inglese.

Dice Leo:

"Sì, certamente prevediamo un riordino e una successiva riduzione delle tax expenditures. Allo stato ne abbiamo 626. Una vera e propria Babele. Crediamo che in questo ambito si possa intervenire e ricavare risorse per calibrare meglio le aliquote Irpef."

Come no? Posto che saremmo sempre di fronte a una redistribuzione, il problema è che anche l'attuale governo sta procedendo a colpi di crediti di imposta qua e là, come i precedenti. Perché ogni credito di imposta, per quanto a beneficio di una platea ridotta, è facile da introdurre e difficile da rimuovere, anche se "temporaneo" alla nascita.

Il problema dei problemi, però, è sempre lo stesso: se non si riduce in modo strutturale la spesa pubblica, non si può ridurre in modo strutturale la tassazione. Al più si può redistribuire il carico. Si può anche semplificare qua e là. Ma nulla di più.


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