Scorie - Europa sempre più (al) verde?

Poche settimane fa il (politicamente) longevo Mark Rutte ha annunciato elezioni anticipate in Olanda, alle quali non si ricandiderà.

L'altrettanto politicamente longevo Frans Timmermans, attuale vice presidente della Commissione europea e (malauguratamente) commissario per il clima e il Green Deal, ha annunciato che si candiderà alla guida di una lista socialista-verde.

"Voglio diventare premier", ha detto Timmermans.

Questo signore è il principale fautore dell'approccio talebano all'ambientalismo, che più che una conversione verde rischia di mettere al verde (nonché a piedi) milioni di europei, senza peraltro raggiungere un obiettivo che abbia un qualche significato quantitativo a livello di riduzione globale delle emissioni cosiddette climalteranti.

Vedremo cosa ne pensano gli olandesi, anche se per ora i sondaggi parrebbero a lui favorevoli. 

Ma per non lasciare ai Paesi Bassi una sorta di primato, a sud delle Alpi ci ha pensato il verde Angelo Bonelli, in questi caldi giorni di luglio, a rilanciare in questa gara al peggio, proponendo l'introduzione del reato d negazionismo climatico che, a suo dire, fa danni per miliardi di euro.

"Il negazionismo climatico fa più danni della grandine, dell'alluvione, della siccità e delle ondate di calore messe insieme. Nega ciò che scientificamente è stato provato e vuole condizionare le scelte politiche necessarie per mettere in sicurezza il pianeta e la vita delle persone."

Non so se la proposta di legge prevederà solo sanzioni pecuniarie o anche pene detentive. Sta di fatto che vietare di avere opinioni (si consideri peraltro che anche nella comunità scientifica non la vedono tutti allo stesso modo) è roba da dittatura. Interessante che la proposta venga da chi vede dittature in corso ovunque non governino partiti di sinistra, ancorché tinteggiati di verde.

E per un Timmermans che torna a casa, probabilmente nel prossimo Parlamento europeo si vedrà, in quota Linke, la tedesca Carola Rackete, divenuta famosa nel 2019 per gli scontri verbali (e nelle aule dei tribunali) con Matteo Salvini quando era ministro dell'Interno, oltre che con quelli navali mentre entrava a forza al porto di Lampedusa da capitano della nave di Sea Watch urtando una motovedetta della Guardia di Finanza.

Ecco alcuni dei propositi di Rackete:

"Se vogliamo fermare la crisi climatica, dobbiamo ritenere responsabili i responsabili. Mi spiego: le grandi compagnie di petrolio, gas e carbone che hanno causato la crisi climatica, devono essere socializzate".

A parte ogni considerazione sul rispetto dei diritti di proprietà, che per questi signori non esistono quando riguardano gli altri, o quanto meno possono essere "modificati" a piacere di chi legifera, la "socializzazione" avrebbe come molto probabile effetto quello di fare evaporare anche i profitti che dovrebbero essere destinati alla causa ambientalista.

In sintesi: tra chi vuole imporre una transizione verde che lascerà al verde milioni di persone, chi pensa a espropri in nome dell'ambientalismo e chi vorrebbe persino vietare di avere idee non allineate sul cambiamento climatico, il menù è abbastanza assortito. Difficile scegliere cosa è peggio.

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