Scorie - La (non) soluzione per i depositi a vista
Bill Dudley, già banchiere centrale con cariche come quella di presidente della Fed di New York e vicepresidente della Fed, ha criticato l'idea di aumentare il limite di copertura dei depositi a vista, che alcuni vorrebbero perfino rimuovere portando la garanzia al totale dei depositi.
Secondo Dudley, "per prima cosa coprirebbe tutte le banche a prescindere da come sono gestite, e così incoraggerebbe l'assunzione di ancora più rischio". Poi "richiederebbe un forte aumento dei contributi pagati dalle banche al fondo di garanzia, di fatto forzando le banche prudenti a sovvenzionare quelle più aggressive."
In sostanza, genererebbe azzardo morale mediante incentivi sbagliati. Il che è condivisibile. In alternativa, Dudley rilancia un'idea di Mervin King, già governatore della Bank of England, che me pare tanto simile alla funzione di prestatore di ultima istanza teorizzata da Walter Bagehot.
La Fed dovrebbe promettere di "prestare alle banche il denaro necessario a pagare tutti i depositi non garantiti fino a quando le banche disponessero di collaterale sufficiente."
Secondo Dudley questo tranquillizzerebbe i depositanti non garantiti e darebbe i giusti incentivi alle banche. L'importante è che fissi "haircut" conservativi.
Il problema è che in un contesto di corposo rialzo dei tassi di interesse dopo anni e anni in cui erano stati schiacciati artificialmente, la trasformazione di scadenze eccessiva porta a una perdita di valore degli asset anche privi di rischio di credito. Per inciso, è quello che è successo alla Silicon Valley Bank.
La quale non avrebbe avuto abbastanza collaterale, una volta valutato a prezzi di mercato e decurtato degli haircut, per pagare tutti i depositi non garantiti. Condizione in cui versavano anche altre banche, prova ne sia che la Fed ha deciso di finanziarle valutando al nominale i titoli portati a collaterale.
In definitiva, dubito che la soluzione (ri)lanciata da Dudley risolverebbe il problema.
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