Scorie - Il debito va maneggiato con prudenza

A sud delle Alpi è particolarmente insistente la lamentela circa i ripetuti aumenti dei tassi di interesse (400 punti base finora e molto probabilmente altri nei prossimi mesi) decisi da un anno a questa parte dalla BCE.

Alcuni lamentano che, trattandosi di inflazione da offerta, la politica monetaria non sia la risposta adeguata, incidendo quest'ultima per lo più sulla domanda. Costoro, peraltro, non spiegano come si faccia a riequilibrare domanda e offerta, dato che poi, non di rado, invocano anche interventi di protezionismo (chiamandolo diversamente, per esempio politica industriale) in risposta a quelli posti in essere da Stati Uniti e Cina.

Altri semplicemente ammettono che a questi livelli di tassi di interesse molte imprese incontrano difficoltà a essere profittevoli, quando non vanno totalmente sott'acqua. A volte, peraltro, anche per aver fatto scelte piuttosto insensate dalpunto di vista finanziario. Per esempio indebitandosi a tasso variabile quando i tassi erano negativi, semplicemente perché costava meno del già basso costo di un indebitamento a tasso fisso.

Ha detto, per esempio, il presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti:

"L'aumento dei tassi da parte della Banca centrale europea sta generando forte apprensione per la tenuta del conto economico e, di conseguenza, per la solvibilità delle imprese. Veniamo da un periodo pluriennale durante il quale gli imprenditori hanno fatto ricorso al credito per finanziare gli investimenti finalizzati a una maggiore competitività aziendale, dalle innovazioni digitali ai cambiamenti delle fonti energetiche. E sulla spinta della politica monetaria in atto negli scorsi anni, quando il timore era quello della deflazione, è stato fatto un ampio ricorso ai tassi variabili."

L'ideale sarebbe che il mercato non fosse distorto in alcun modo dalla politica monetaria, ma è irrealistico pensare che ciò avvverrà in un futuro prevedibile. Quindi sarebbe bene che chi deve decidere di fare investimenti tenesse conto di queste distorsioni. Se un investimento ha un valore attuale netto positivo ex ante solo in presenza di un costo del debito particolarmente basso, significa con ogni probabilità che non andrebbe fatto. Quanto meno, prima di farlo occorrerebbe valutarlo anche considerando un aumento dei tassi, a maggior ragione se ci si indebita a tasso variabile.

La situazione attuale è frutto degli anni di politica monetaria ultraesoansiva, durante la quale non si sentivano lamentele per via di una compressione artificiale dei tassi di interesse. Ma è in quel periodo che si sono formati i nodi che, complici indubbiamente i lockdown imposti durante la pandemia e anche l'invasione russa in Ucraina, sono arrivati al pettine.

Se una qualsiasi attività è profittevole (o non produce perdite) solo in un contesto di tassi schiacciati artificialmente, significa che non ha senso economico. Mantenere ancora più a lungo i tassi a zero avrebbe solo peggiorato la situazione, oltre a ridurre ulteriormente il potere d'acquisto della moneta e a consentire a certe attività di sopravvivere a spese altrui.

Commenti

Post popolari in questo blog

Scorie - Come non sviluppare il mercato dei capitali

Scorie - Non esistono incentivi pubblici di mercato

Scorie - Acoltando Stiglitz si passerà da Volkswagen a Volksgeld