Scorie - Non è un problema di carenza di risorse

Quando si verifica la crisi di una o più istituzioni finanziarie, la reazione tipica delle autorità di vigilanza consiste nel fare scarsa autocritica (o nel non farla per nulla) e nel'individuare la soluzione nell'aumento delle risorse e dei poteri a disposizione per l'attività di supervisione.

Non mi ha stupito, pertanto, quanto affermato dal direttore generale della Banca dei Regolamenti Internazionali (la cosiddetta banca centrale delle banche centrali), Agustin Carstens, il quale, intervenendo a un vertice della federazione bancaria europea, ha esaminato le recenti crisi di banche soprattutto nordamericane, per concludere che "le cause ultime dei recenti fallimenti bancari sono attribuibili solo alle istituzioni fallite, non ai regolatori o ai tassi di interesse elevati. Non ci sono scuse per l'errata gestione del rischio di tasso o per non aver posto rimedio a debolezze strutturali del proprio modello di business."

Beh, nessuno nega che le banche finite in crisi avessero un modello di business fragile, con eccessiva trasformazione di scadenze e basato su depositi a vista per di più troppo concentrati. Ma i modelli di business sono anche una conseguenza delle regole e delle condizioni di mercato vigenti, per lunghi anni pesantemente distorte proprio dagli interventi delle autorità monetarie che spesso sono anche quelle di supervisione.

E in effetti il problema non nasce con in tassi aumentati velocemente, che hanno solo fatto venire al pettine i nodi accumulati in anni di tassi distorti al ribasso e di pesanti allentamenti quantitativi, ossia creazione di migliaia di miliardi di base monetaria.

Adesso Carstens, di fatto rispecchiando il punto di vista dei regolatori, chiede più risorse, ben conscio che "le risorse per la supervisione costano denaro. I budget devono aumentare, in alcuni casi anche significativamente." E, ovviamente, "sarebbero soldi spesi bene", perché "le crisi finanziarie hanno ingenti costi finanziari e sociali."

In sintesi: more of the same. Di fronte a una crisi, l'unico problema che i supervisori riconoscono è una carenza delle risorse a loro disposizione, peraltro non supportata dai fatti. A ogni crisi i costi di supervisione e i poteri delle autorità di vigilanza sono aumentati, ma nuovi episodi continuano a verificarsi periodicamente.

E di questo passo, continueranno a verificarsi.

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