Scorie - Chi evade mette le mani nelle tasche altrui?
Tra i tanti episodi degli ultimi decenni che vengono ripescati in questi giorni a seguito della scomparsa di Silvio Berlusconi, mi sono imbattuto nell'affermazione che fece il suo successore alla guida del governo a fine 2011, ossia Mario Monti.
Il quale, riferendosi all'affermazione berlusconiana, per la verità mai realmente concretizzata, di non "mettere le mani nelle tasche degli italiani" mediante la tassazione, ebbe a dire:
"Non mi ha mai persuaso e comunque è incompleta per indicare la tassazione, perchè ci sono altri atti di mani che entrano nelle tasche degli italiani: sono gli evasori."
Monti citò anche coloro che, non necessariamente in malafede, godevano di rendite che gravavano sulle tasche altrui, come molti pensionati del sistema retributivo.
Se si analizza la questione dal punto di vista del rispetto del principio di non aggressione, il problema non è l'evasione in quanto tale. La tassazione (non sto qui a distinguere tra imposte e tasse), non essendo volontaria, viola inevitabilmente il principio di non aggressione. Il fatto che sia una norma di legge a stabilirla non rende la tassazione legittima; la rende semplicemente legale. Tra l'altro, se si parte dal presupposto che qualunque norma di legge democraticamente emanata sia anche legittima, si deve inevitabilmente concludere che il principio di non aggressione sia vuoto, o comunque non valga nei confronti del legislatore. In ultima analisi, la libertà (e la proprietà) di ognuno dipende dal volere del detentore pro tempore del potere legislativo. Le differenze tra democrazie e dittatura diventano pertanto una questione di metodo e misura, per quanto non si tratti di un dettaglio da poco.
Analizzata dal punto di vista del risetto del principio di non aggressione, quiondi, l'evasione è una forma di autodifesa della proprietà.
Resta, ovviamente il problema della fruizione di servizi pubblici finanziati dalle tasse altrui. Se esiste un'alternativa privata, l'evasore dovrebbe rivolgersi a quella, pagando di tasca propria e scegliendo il fornitore. In caso contrario, effettivamente, l'evasore finisce per diventare un consumatore di tasse.
Che fare quando non esiste alternativa al servizio pubblico? Sull'argomento il dibattito è storicamente molto acceso. Per quanto mi riguarda, trattandosi di servizi per i quali è previsto un monopolio legale, l'evasione resta una difesa del principio di non aggressione.
In via generale, comunque, chi evade dovrebbe astenersi, ovunque possibile, dal beneficiare di tutti i servizi e incentivi assortiti che comportano un consumo di tasse altrui.
In ultima analisi, direi che la tassazione è sempre una violazione del principio di non aggressione, mentre l'evasione rappresenta una forma di autodifesa. Ma anche l'evasore, in base alle circosranze e alle proprie azioni, può finire per violare il principio di non aggressione diventando un consumatore di tasse.
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