Scorie - MES: Meschinità e Stupidaggini

Attorno alla ratifica della revisione del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) si sta trascinando da mesi un maldestro calcio al barattolo da parte del governo, che su questo tema rischia perfino di far sembrare viva l'opposizione, la quale pure non lascia passare giorno senza dimostrare la pochezza che offre agli elettori.

Si può pensare quello che si vuole del MES, e non ho alcun motivo per tesserne le lodi. Ma dire e ribadire stupidaggini come stanno facendo i capi dei partiti di maggioranza non mi sembra il modo migliore per affrontare l'argomento.

Come è noto, l'Italia è l'unico Paese a non aver ancora ratificato la revisione del MES. Lo hanno fatto perfino in Grecia, dove pure hanno dolorosamente sperimentato l'uso della versione originale. Fino a qualche mese fa poteva essere utilizzata la foglia di fico della Germania, in attesa del (solito) parere della Corte costituzionale.

Poi anche da Karlsruhe è arrivato il semaforo verde, rendendo sembre più improbabili le argomentazioni usate a sud delle Alpi per calciare avanti il barattolo. Il governo, che di fatto (come da molto tempo a questa parte, sotto ogni tipo di maggioranza) usa il parlamento solo per convertire in legge i decreti legge con cui, di fatto, avoca completamente a sé la funzione legislativa, aveva fatto votare alle camere una risoluzione in cui si imponeva all'esecutivo di non ratificare il nuovo MES in attesa di sviluppi, ossia in attesa che la faccenda fosse risolta in Germania. Adesso continua ad appellarsi alla sovranità del parlamento, prendendo sonoramente per i fondelli tutti quanti.

Il fatto è che FdI e la Lega erano contrari (con motivazioni anch'esse deboli) al nuovo MES quando non erano al governo, e adesso temono di fare inversione a U. Come se fosse il primo caso e, soprattutto, come se all'italiano medio importasse qualcosa del MES. Dubito, infatti, che la faccenda sia in cima ai pensieri della maggioranza degli elettori, non solo di quelli che hanno votato per l'attuale maggioranza.

Come spesso accade, le stupidaggini più grandi escono dalla bocca di Matteo Salvini, per esempio questa:

"Non ritengo che ci sia bisogno di mettersi in mano a Fondi stranieri e a soggetti stranieri anche perché 600.000 italiani nei giorni scorsi hanno sottoscritto i buoni del Tesoro per più di 18 miliardi di euro."

Il fatto è che la ratifica della revisione del MES non comporterebbe alcuna obbligatorietà di chiedere finanziamenti, peraltro a condizioni migliori rispetto a quelle previste dalla versione originale dello stesso, a cui l'Italia partecipa.

Imbarazzante la giravolta di Antonio Tajani, favorevole addirittura a prendere denaro aprestito ai primi tempi della pandemia, che oggi dice (senza senso del ridicolo):

"Ero favorevole al Mes prima che arrivasse il Recovery Plan, ma il regolamento attuale non pone alcun controllo da parte del Parlamento Europeo e della Commissione europea e questo non va bene".

Prova a farne una questione di strategia Giorgia Meloni, secondo la quale chi chiede di prendere questa decisione adesso "non sta facendo un favore all'Italia". Il tutto perché "anche per quelli che sono favorevoli alla ratifica del Trattato" occorre considerare "il quadro complessivo della governance", ossia "Patto di stabilità, unione bancaria e garanzia dei depositi".

Si noti, tra l'altro, che gli ultimi due argomenti sono comunque legati anche alla ratifica del MES. L'idea è dunque quella di avere uno strumento di ricatto per ottenere una linea morbida sul nuovo Patto di stabilità, sognando la mitica regola aurea che consentirebbe di non contabilizzare come deficit spese fatte in deficit solo perché classificate come investimenti strategici.

Temo che tra non molte settimane questi proclami finiranno per scontrarsi con la realtà, perché il potere negoziale di un Paese ingolfato di debito pubblico e che chiede di far finta che una parte di spesa in deficit non sia tale tende a zero.

Sia come sia, a me pare che a sud delle Alpi MES sia l'acronimo di Meschinità E Stupidaggini.

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