Scorie - Il rilancio del conto da pagare
I sondaggi assegnano a Fratelli d'Italia il primo posto nelle preferenze degli elettori in vista delle elezioni politiche del 25 settembre. Non sono tra coloro che evocano ridicoli ritorni al Ventennio, non da ultimo perché costoro sono disperati sinistrorsi che non hanno di meglio da obiettare a Giorgia Meloni e colleghi.
Di certo non criticano da un punto di vista antistatalista i propostiti meloniani in economia, dove invece le note dolenti sono diverse.
Per esempio, Meloni parla ancora, nel 2022, di rilancio della compagnia di bandiera.
"Il presidente Draghi smentisca l'ipotesi di un'accelerazione del processo di vendita di Ita a Lufthansa", ha detto (poi inascoltata, ovviamente), perché quello "è un argomento che ci fa letteralmente sobbalzare visto che il governo è dimissionario e può occuparsi solo di affari correnti. Questo non lo sarebbe affatto."
Concludendo che "dal 25 settembre tutto potrà cambiare, e al rilancio della nostra compagnia aerea di bandiera penserà chi governerà. Occorre valutare con attenzione la presenza dello Stato e la partecipazione azionaria di altri partner."
Ogni pagatore di tasse che non ha nulla a che fare con quella che fu la compagnia di bandiera, ma che ha pagato sin qui il conto delle sue ripetute gestioni fallimentari, non può che essere allarmato da dichiarazioni come queste.
Invece gli alleati tacciono, mentre gli avversari pensano al più al cenetnario della marcia su Roma. Giusto per ricordare, a chi avesse ancora dei dubbi, che la competizione è tra il male e il peggio.
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