Scorie - MES non sta per Meccanismo Europeo degli Scrocconi

Con l'annuncio della fine degli acquisti netti di titoli da parte della BCE ha ripreso forza, sopratutto a sud delle Alpi, il dibattito sulle soluzioni (rigorosamente redistributive) al problema dell'eccesso di debito pubblico.

Stefano Micossi ha quindi rilanciato la sua idea (che commentai tempo fa) di far subentrare il Meccanismo europeo di stabilità (MES) al posto della BCE.

Secondo Micossi "la Bce dovrebbe convincersi, come predico da tempo, che il compito di combattere l'ampliamento degli spread non le appartiene, né in base al suo mandato, né in pratica perché incompatibile con l'esigenza di stringere la liquidità."

In effetti la BCE avrebbe il divieto di finanziare gli Stati. Divieto finora aggirato mediante acquisti di titoli sul mercato secondario ufficialmente giustificati da esigenze di politica monetaria.

Micossi ritiene che dovrebbe intervenire il MES e a tal fine "si dovrebbe autorizzarlo ad acquistare una parte maggiore dei titoli sovrani detenuti dalla Bce, offrendo come corrispettivo le sue passività in euro, per le quali vi è ampia domanda in eccesso sui mercati dei capitali. Il Mes potrebbe poi gestire quei titoli come una vera agenzia del debito pubblico dei Paesi dell'euro, garantendone comunque il rinnovo a tempo indefinito."

Micossi si lamenta poi del fatto che finora le autorità, BCE in primis, abbiano fatto orecchie da mercante di fronte alla sua proposta.

Se lo scopo dello strumento fosse, come pare, quello di contenere gli spread tra i rendimenti dei diversi titoli di Stato, l'attivo di bilancio del MES tenderebbe a essere composto per lo più da BTP e titoli di altri Stati dalle finanze pubbliche claudicanti.

La domanda a tassi bassi che finora hanno incontrato le emissioni di titoli del MES non è un dato immutabile. Di fronte a un peggiorameno della qualità dell'attivo, gli investitori chiederebbero rendimenti maggiori. Non deve stupire che a nord delle Alpi si tema di doversi fare carico di maggiori oneri a beneficio di chi sta a sud delle Alpi.

La non riduzione dello stock corrisponderebbe poi alla prospettiva di non ridurre mai la quantità di base monetaria creata per acquistare quei titoli durante i vari programmi di QE.

Ecco perché finora proposte del genere, elaborate rigorosamente da parte di persone provenienti dai più che probabili Paesi beneficiari, sono state snobbate. E con ogni probabilità continueranno a esserlo.


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