Scorie - Maybe

Dopo avere pe rlunga parte del 2021 definito la crescita dei prezzi al consumo come un fenomeno temporaneo, il presidente della Federal Reserve ha dovuto ammettere che la temporaneità si protrarrà più di quanto ipotizzato.

E' stata poi la volta del progressivo deterioramento delle prospettive dell'economia, talmente intossicata da politiche fiscali e soprattutto monetarie ultraespansive da andare incontro a uno sgonfiamento ai primi accenni di riduzione degli stimoli.

Anche in questo caso, Jerome Powell ha inizialmente escluso che gli Stati Uniti potessero entrare in recessione. Ma negli ultimi giorni ha iniziato ad ammettere che è "certo una possibilità".

Il tutto dopo aver rialzato il tasso sui Fed Funds di 150 punti base in tre mesi. Misura che per gli standard degli ultimi anni è sicuramente non irrisoria, ma che ha portato i tassi dal corridoio 0-0.25% a 1.50-1.75%. Tanto è bastato, unitamente ad aspettative di ulteriori rialzi, per far peggiorare velocemente le aspettative.

Il fatto è che l'inflazione "transitoria" dei prezzi al consumo nel frattempo ha raggiunto ufficialmente l'8.6% annuo, con i beni a maggior consumo i cui prezzi crescono abbondantemente in doppia cifra.

Al punto in cui siamo un aggiustamento doloroso è inevitabile e ogni ipotesi di soft landing appare illusoria. Sempre che, di fronte all'entrata in recessione, la politica monetaria non torni a essere ultraespansiva. Nel qual caso si rimanderà forse ulteriormente la resa dei conti, peraltro aggravando il quadro di fondo.

In tutto ciò potrebbe essere frenata la caduta dei prezzi degli asset finanziari, ma la perdita di potere d'acquisto dei redditi fissi potrebbe divenire peggiore a quella dell'ultimo anno.

E anche quella non sarà transitoria.

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