Scorie - Cuneo, capitale italiana della (sotto)cultura fiscale
Fino a non molto tempo fa, quando sentivo la parola "Cuneo" era per lo più in riferimento alla cittadina piemontese capoluogo di provincia. Per fare solo alcuni esempi, Luigi Einaudi nacque in provincia di Cuneo; nello stesso territorio provinciale ha sede la Ferrero, nonché vi sono diverse belle vallate alpine, per gli amanti della montagna.
Oggi, invece, "cuneo" sembra diventato il nuovo paradigma della cultura fiscale prevalente in Italia. Che ha due varianti principali: quella per cui vanno abbassate le tasse aumentando quelle a carico di altri; e quella per cui vanno abbassate le tasse facendo deficit. Quasi nessuno appartiene all'unica variante al tempo stesso sostenibile per le finanze pubbliche e conforme al principio di non aggressione: ridurre le tasse tagliando strutturalmente spesa pubblica.
Al più c'è chi invoca tagli agli sprechi, senza poi indicare quali. Non a caso tutti i lavori commissionati negli anni a esperti per la riduzione della spesa sono finiti a prendere polvere in qualche cassetto.
Sul taglio al cuneo fiscale oggi sono concordi tanto i sindacati dei lavoratori dipendenti, quanto quelli dei datori di lavoro, a partire da Confindustria.
Carlo Bonomi, che pure a me sembra meglio di chi lo ha preceduto alla presidenza degli industriali (un benchmark non difficile da superare, peraltro), ha affermato a proposito del cuneo fiscale:
"La nostra proposta è una misura choc da 16 miliardi per aiutare le fasce di reddito medio-basse, mantenendo competitive le imprese."
Ben venga una misura del genere, ma non aggiungendo 16 miliardi di nuovo deficit strutturale. Non mi è chiaro da dove dovrebbero arrivare quei 16 miliardi, anche perché, solitamente, quando si parla per slogan si indicano i benefici e i beneficiari, ma non chi dovrà pagare il conto.
Su questo le controparti al tavolo negoziale, Cgil in testa, hanno le idee sinistramente chiare, indicando la via della tassazione patrimoniale o, più genericamente, di "andare a prendere i soldi dove sono", secondo la reiterata formula landiniana.
Di questo passo Cuneo potrebbe diventare la capitale 2022 della (sotto)cultura fiscale italiana. Einaudi si rivolterebbe nella tomba.
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