Scorie - Lo stimolo in deficit non è mai abbastanza

Come è noto, da quando è iniziata la diffusione del Covid-19 sono state sospese le regole di finanza pubblica europee. In Italia questo è stato considerato come una benedizione a fare deficit senza limiti. Come era prevedibile, però, è iniziato il dibattito sulla reintroduzione di regole, eventualmente modificate.

Le posizioni sono sempre le stesse: da un lato i Paesi con i bilanci meno scassati e con una tradizione di maggiore attenzione a non esagerare con la spesa in deficit, che vedono in un set di regole il modo per contenere l'azzardo morale; dall'altra i fautori di un keynesismo mediterraneo che, al contrario, vede nella spesa in deficit, a seconda dei momenti, il mezzo per tirare l'economia fuori dalle recessioni o per far prendere il volo al Pil, con moltiplicatori tali da fare impallidire la evangelica moltiplicazione dei pani e dei pesci.

Superfluo dire quale sia l'orientamento di gran lunga prevalente in Italia.

In un articolo dedicato all'argomento, l'ex ministro dell'Economia Giovani Tria è arrivato a scrivere:

"Decenni di crescita senza inflazione hanno consentito l'affermarsi dell'idea che fosse preferibile contrastare le recessioni utilizzando la politica monetaria, abbassando i tassi di interesse ed evitando il deficit spending di ispirazione keynesiana. Negli Stati Uniti la reazione alla crisi del 2008-2009 è stata affidata prevalentemente alla politica monetaria con il quantitative easing."

Va bene che nel 2020 gli Stati Uniti hanno fatto deficit per circa 16 punti di Pil, che non andrà troppo diversamente nel 2021 e che l'unità di misura delle manovre in deficit sono diventate le migliaia di miliardi di dollari, ma questo non significa che nel periodo considerato da Tria la politica fiscale sia stata restrittiva.

Considerando che la fase acuta della crisi si manifestò a seguito del default di Lehman Brothers nel settembre 2008, già quell'anno il deficit federale fu pari al 4.7% del Pil. Nel 2009 arrivò al 10.1%, e due anni dopo era ancora pari al 6.5% del Pil. Nello stesso periodo il debito federale aumentò di 30 punti di Pil. 

Indubbiamente la politica monetaria fu fortemente espansiva, ma l'affermazione di Tria semplicemente è smentita dai numeri.

Purtroppo, però, con in keynesiani funziona così: lo stimolo in deficit non è mai abbastanza.

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