Scorie - Demenze sul tetto del mondo

Negli ultimi 15 mesi i provvedimenti discutibili che i governi di tutto il mondo hanno assunto con il pretesto di contrastare la pandemia sono innumerevoli, ma al peggio pare non esserci limite.

La Cina, da dove tutto è partito e che si è contraddistinta per i metodi spicci con cui ha trattato le persone per frenare la diffusione del virus (metodi che qualcuno dalle nostre parti avrebbe volentieri imitato), pare sia intenzionata a porre una linea di separazione sulla vetta del monte Everest per evitare il contatto tra alpinisti che arrivano in cima dal versante cinese con quelli, solitamente più numerosi, che arrivano dal versante nepalese.

Nelle ultime settimane la nuova ondata che si è registrata in India ha finito per riguardare anche il Nepal, con contagi arrivati fino al campo base dell'Everest.

E' tuttavia ridicolo quello che avrebbe intenzione di fare la Cina, per più di un motivo.

In primo luogo, non è certo ipotizzabile costruire un muro o qualche altra sorta di barriera in vetta a una montagna alta 8848 metri. Anche se fosse installato qualcosa, alla prima bufera il vento la sradicherebbe e la farebbe volare via.

In secondo luogo, per quanto resa accessibile anche ad alpinisti dilettanti grazie al supporto di guide e portatori d'alta quota, la vetta dell'Everest non è la spiaggia di Rimini a Ferragosto. Oltretutto, chi arriva in vetta non si ferma per ore e, soprattutto, ha generalmente il volto coperto dalla maschera per l'ossigeno. Il resto del corpo è coperto dalla tuta d'alta quota.

Occorre poi considerare che a infettare dovrebbe essere un soggetto del tutto asintomatico, dato che chi ha i sintomi tipici del Covid-19 non solo non potrebbe arrivare in cima all'Everest, ma durerebbe poco perfino al campo base, che è circa 3500 metri più in basso, ma pur sempre a oltre 5350 metri di altitudine.

In definitiva, solo un demente può pensare che il virus potrebbe essere trasmesso in vetta all'Everest. Ma quando vedo persone con la mascherina passeggiare solitarie in aperta campagna in pianura padana, mi rendo conto che non occorre andare tanto lontano per vedere cose demenziali.

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