Scorie - La non emergenza è artificiale
Da diversi mesi le principali forze politiche di maggioranza e opposizione si esercitano tutti i giorni nel dibattere, in modo assai sterile, sull'opportunità o meno di chiedere fino a 36 miliardi di euro in prestito al Meccanismo Europeo di Stabilità nell'ambito del programma volto a finanziare le spese sanitarie dovute al Covid-19.
Chi teme le condizionalità (come se sul resto del debito pubblico si potesse fare quello che si vuole e dichiarare impunemente default) è contrario; chi sostiene che le condizionalità siano pressoché assenti, al contrario, mette in risalto il risparmio di spesa per interessi.
Raramente le parti che dibattono si soffermano sul fatto che sarebbe comunque debito e che prima o poi dovrebbe essere pagato. Non che questo stupisca, dato che in Italia è largamente maggioritaria la posizione di coloro che ritengono che il deficit (quindi nuovo debito) sia la via alla felicità e alla crescita economica.
Da ultimo il ministro dell'Economia passa da posizioni favorevoli a posizioni più neutrali, a seconda di come si muove sul mercato il rendimento richiesto sui BTP.
Non hanno dubbi, invece, dalle parti del M5S, da sempre contrari. Recentemente Luigi Di Maio, notoriamente esperto di finanza pubblica, ha affermato che se ne può fare a meno perché "il nostro bilancio dello Stato non è in emergenza."
Nell'ampio catalogo di castronerie che si sentono e leggono quotidianamente questa non è la peggiore, ma ciò non significa che non si discosti abbastanza dalla realtà.
Dato che da mesi non si parla d'altro, il bilancio dello Stato può essere paragonato a un paziente affetto da Covid-19 in terapia intensiva, con la BCE al posto dei macchinari per la respirazione assistita. Finché la BCE continuerà, ancorché indirettamente, a monetizzare il debito mediante il QE, allora potrà essere contenuta la spesa per interessi. Qualora la BCE chiudesse il rubinetto, i problemi emergerebbero istantaneamente e drammaticamente.
Il ragionamento non vale solo per l'Italia, ma i bilanci di buona parte degli altri Stati europei hanno sintomi molto più lievi e in taluni casi non avrebbero nemmeno bisogno della terapia della BCE.
Contrariamente a quanto affermato da Giggino, il bilancio dello Stato è in emergenza, altrimenti non avrebbe senso chiedere alla BCE di monetizzare la spesa pubblica come se non ci fosse un domani.
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