Scorie - Quel vino diventerà aceto

Diversi esponenti politici si stanno esercitando da mesi nel proporre soluzioni dagli effetti taumaturgici per l'inevitabile nuova ondata di crediti deteriorati che ingolferanno i bilanci bancari una volta terminata la sospensione della realtà posta in essere tramite le moratorie.

Da quando è stata nominata alla presidenza della commissione bicamerale sulle banche, la pentastellata Carla Ruocco è molto attiva su questo fronte. Da ultimo, si apprende leggendo la Stampa che Ruocco "ha evidenziato l'urgenza di una nuova concezione nella gestione delle sofferenze bancarie."

In primo luogo, calciando la palla in Europa, con la creazione di "una bad bank europea, capace di raccogliere gli asset inesigibili per poi rivitalizzarli". Evidentemente l'idea si basa sull'assunto che quando un soggetto diventa insolvente nei confronti delle banche, possa tornare magicamente solvibile se il credito passa a una bad bank. Ognuno è libero di crederci, ma non mi stupirei se ci fosse una certa sovrapposizione tra l'insieme di coloro che credono a questa ideona e coloro che ritengono di poter curarsi da qualsivoglia malanno con il balsamo di tigre.

Al secondo punto viene "il blocco della compravendita dei crediti dubbi". Si suppone che siano escluse le transazioni necessarie per trasferire i crediti ammalorati dai bilanci delle banche a quello della bad bank. Pare di capire che l'idea sottostante sia quella che l'eccesso di offerta e i conseguenti ribassi di prezzo (a favore di avidi speculatori!) possano essere curati eliminando il mercato. Una reazione tipica di chi crede che quando c'è la febbre il problema sia nel termometro.

Terzo punto, "una moratoria capace di fornire 10 anni al debitore per rimborsare". Non mi è chiaro se il debitore possa evitare qualsivoglia pagamento per un massimo di dieci anni o se il decennio corrisponda a un allungamento del piano d'ammortamento. Evidentemente c'è la convinzione che quello di tutti i debitori sia un problema di liquidità e non di solvibilità. Probabilmente per una parte è così, ma difficilmente lo è per tutti.

Last, but not least, serve "una revisione delle attuali norme", suppongo con riferimento alla definizione di default e al calendar provisioning. Che queste norme entrino in vigore in un periodo difficile è innegabile, ma leggendo e sentendo certe prese di posizione si ha la sgradevole sensazione che spesso chi ne invoca il rinvio o l'annacquamento pensi al calcio avanti del barattolo come filosofia di vita. Oppure, e sarebbe peggio, a lasciare invecchiare i debiti inesigibili come se col tempo migliorassero.

Ma, come dice Marsellus Wallace a Butch Coolidge in Pulp Fiction in merito all'invecchiare come il vino, "se vuoi dire che diventa aceto, è così. Se vuoi dire che migliora con l'età, non è così."

A giudicare da certe proposte, si direbbe che siano in molti a non migliorare con l'età.

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