Scorie - Attenti alle buche

Come ogni sabato, il Sole 24 Ore ospita un articolo di Donato Masciandaro sulle vicende delle principali banche centrali, in particolare Fed e BCE.

Scrive Masciandaro:

"Gli Usa affronteranno la salita post Covid con il tandem formato da Janet Yellen al Tesoro e Jerome Powell alla Fed. Il tornante cruciale è quello dell'incrocio tra la politica monetaria e la politica fiscale. Non sarà una scalata semplice. Il perché è evidente partendo dall'attuale fase straordinaria di politica monetaria. Possiamo definire «straordinario» quel periodo – di natura temporanea, ma durata imprevedibile – in cui una banca centrale deve tornare alle sue origini. Vale a dire: stampare moneta per evitare che l'incertezza possa diventare una zavorra che pesa sulla crescita."

Si potrebbe osservare che la temporaneità avrà pure durata imprevedibile, ma si può escludere che la durata stessa sia breve. Quanto allo stampare moneta, si tratta di una pratica che va avanti da sempre, seppure in determinati intervalli sia stato fatto con minore enfasi e in altri (come quello attuale) con maggiore abbondanza.

Secondo Masciandaro, "la fase straordinaria ha almeno il vantaggio di mettere in luce come il legame tra la politica monetaria e quella fiscale sia profondo, e basato sull'interazione di due fattori: le regole del gioco e il comportamento dei due giocatori, cioè la Fed e il Tesoro. L'errore più comune – e più pericoloso – è quello di confondere i due fattori. Da un lato ci sono le regole: la Fed deve essere indipendente dal Tesoro perché i politici non devono avere la discrezionalità di stampare moneta. Quando ciò avviene, il finale è sempre lo stesso: bolle monetarie nei prezzi (come negli anni Settanta) o nella finanza e nel mercato immobiliare (come nel 2008). Poi ci sono i giocatori, che devono cooperare: il coordinamento della politica monetaria e fiscale è necessario, purché non intacchi l'indipendenza della banca centrale."

Qui mi pare che ci sia una evidente contraddizione, soprattutto con riferimento al 2008. In quel periodo non si parlava di dipendenza della Fed dal Tesoro, eppure la politica monetaria espansiva degli anni precedenti aveva gonfiato bolle finanziarie e immobiliari.

Certamente una configurazione in stile MMT, come di fatto è quella attuale anche se non è ammesso a livello di comunicazione istituzionale e mainstream, prevede una sostanziale monetizzazione della spesa pubblica. Ma le bolle sono una conseguenza delle politiche monetarie espansive a prescindere dal grado di indipendenza della banca centrale dal governo.

Riferendosi alla stessa Yellen, Masciandaro ricorda che, quando era alla Fed, "nell'ottobre del 2005, esprimendo un giudizio sulla possibilità che l'andamento immobiliare potesse rappresentare un rischio macroeconomico significativo, disse che poteva essere rilevante «come una buca in una strada», cioè per niente. Tutti sappiamo come è andata a finire. Ma è anche stata tra i primi ad accorgersene: nella riunione del consiglio della Fed tenuto il 16 settembre 2008 – il giorno dopo il crollo di Lehman Brothers – fu tra i pochi a esprimere preoccupazione."

Non so se effettivamente il 16 settembre 2008 sia stata tra i pochi a esprimere preoccupazione, ma esprimere preoccupazione in quel frangente non è troppo diverso dal rendersi conto che i buoi sono usciti dalla stalla. Ed è anche perché tre anni prima riteneva che non ci fosse, in buona sostanza, alcun motivo di preoccupazione.

Alla faccia della buca in una strada…

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