Scorie - L'amore per il progetto, il terrore del ritorno al San Paolo

Nelle settimane in cui molti parlamentari eletti nel M5S per la seconda legislatura danno l'impressione di temere più le elezioni anticipate che la pandemia, rispondendo a una domanda sui suoi rapporti con Davide Casaleggio, Luigi Di Maio ha affermato:

"[C]redo che alla fine ogni cosa prenderà la giusta direzione, sono fiducioso e ciò che deve prevalere è l'amore verso un progetto a cui io e molti altri abbiamo dedicato e stiamo dedicando la vita perché crediamo in certi valori. Ciò che chiedo è che ogni contributo abbia il fine di costruire, non di distruggere."

Non dubito che Giggino e molti altri abbiano dedicato la vita al progetto del M5S, ma quanto ai valori, per lo meno si può dire che, in nome della "maturazione politica", diverse posizioni valoriali abbiano subito una rotazione a 180 gradi negli ultimi due anni.

Capisco anche che provi un senso di preoccupazione per l'eventuale distruzione del progetto, perché sarà pure vero che vi sta dedicando la vita, ma è altrettanto vero che, prima di iniziare l'avventura parlamentare, tanto lui quanto diversi suoi colleghi di movimento non avessero sfolgoranti carriere nel privato.

Al contrario, molti di essi si barcamenavano tra lavori saltuari e poco appaganti, tanto professionalmente quanto economicamente.

A voler essere cinici, si potrebbe supporre che questi signori (al pari di molti deputati e senatori anche di altri partiti) pensino con terrore alla fine della loro carriera parlamentare.

Quale sia la "giusta direzione" non saprei, penso però che per Giggino sia quella che non porta al ritorno al San Paolo di Napoli.

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